Morta in casa, il volto dell’omicida in un fotogramma

Il volto dell’assassino in un fotogramma. La soluzione del giallo appesa a un cavo. Quello che collega le videocamere che sorvegliano il centro storico e che mercoledì scorso erano puntate su via Spalto Piodo, là dove Elvira Monguzzi, pensionata di 78 anni, è stata uccisa. Ieri il sostituto procuratore Franca Macchia, che sostituisce il collega Vincenzo Nicolini, ha chiesto al Comune l’acquisizione dei filmati delle telecamere a circuito chiuso installate lungo la strada dove abitava la vittima. L’obiettivo: ricostruire i movimenti attorno alla vecchia corte al civico 4 tra mezzogiorno e le 17,30. Tra l’ora in cui Elvira, rientrata dalla spesa, si preparava a mettersi a tavola e quella del ritrovamento del cadavere da parte del fratello Emilio, attualmente unico indagato.
Chi è entrato e chi è uscito e chi fra questi potesse avere dei rapporti tali da giustificare la fiducia con cui la donna gli aprì la porta. Cosa accadde dopo è stato chiarito dall’autopsia: prima un colpo in testa sferrato con un oggetto pesante, poi il soffocamento forse con un indumento. Il peso di una bilancia e una vestaglia potrebbero essere state le armi del delitto. Di certo sono fra gli oggetti che i carabinieri guidati dal maggiore Roberto Fabiani e dal tenente Marco D’Aleo hanno sequestrato e inviato al Ris di Parma. Ma nell’elenco c’è anche il telefono di casa. Spostato e con la cornetta fuori posto. Una minuzia, ma non in un’abitazione puntigliosamente ordinata come quella della vittima. Una nota stonata dietro cui potrebbe celarsi l’errore dell’assassino.
In attesa dei risultati, la magistratura ha dato il nullaosta per i funerali mentre nei giorni scorsi sono stati sentiti la governante che ogni settimana faceva i mestieri in casa della vittima e cinque fra amici e conoscenti del fratello Emilio, indagato dopo il rinvenimento sui suoi pantaloni di alcune macchie compatibili con del sangue.

«Il signor Emilio sta collaborando attivamente con i carabinieri per fare luce su quello che è successo – spiega il suo avvocato Cristiano Viale –. Riferisce qualsiasi dettaglio che ritiene utile, anche se ora è molto provato».

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