Roberto Bonizzi
Addio sindaco Aniasi. Addio «comandante Iso». Tutta Milano, ognuno a modo suo, dà lultimo saluto a un personaggio che ha contribuito a scrivere gli ultimi sessantanni di storia della città.
A cominciare dallingresso insieme ai partigiani della brigata Garibaldi sotto la Madonnina liberata. «Ma non il 25 aprile, quel giorno stavo ancora combattendo con i miei uomini in Val dOssola» ricordava Aniasi, «Iso Danali» il nome di battaglia scelto anagrammando quello reale, in una delle sue interviste sui 18 mesi di lotta a capo di una divisione della Resistenza. «Arrivai a Milano solo la sera del 28, dopo aver disarmato gli aviatori tedeschi barricati nella caserma di Lonate Pozzolo e i reparti fascisti di Gallarate». E quella Milano, distrutta ma accogliente dopo un anno e mezzo passato sulle montagne, il «comandante Iso» non la lascerà più. Anzi, ne diventerà il sindaco durante il periodo più drammatico del secolo scorso. Gli anni di piombo e la strategia della tensione. Iniziati il 12 dicembre del 1969 con la bomba nella filiale della Banca dellAgricoltura in piazza Fontana. La prova più dura, a due anni dallelezione. «Giunsi sul posto poco dopo lesplosione - aveva confidato ai cronisti -. Camminando sui vetri rotti e le macerie. Cercai di stringere la mano a tutti i sopravvissuti. Asciugai le loro lacrime». E poi la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e il tentativo di tenere unita una Milano che, dietro alle facciate grigie, covava odi profondi.
Aldo Aniasi è morto ieri alle 12.30 nella sua stanza dellIstituto nazionale dei Tumori dove era ricoverato dal 17 agosto, dopo un intervento chirurgico per un cancro ai polmoni scoperto pochi giorni prima. Era stato lui stesso a volersi sottoporre alloperazione per mettere fine alla sua condizione di malato. Dopo alcune complicazioni post-operatorie gli era stato impiantato un pace maker, ma fino al 21 agosto «è rimasto lucido, tranquillo e ragionava perfettamente» dicono fonti vicine alla famiglia. Allex sindaco di Milano è stata fatale una crisi cardiaca. La camera ardente sarà allestita nelle prossime ore a Palazzo Marino.
Nato nel 1921 a Palmanova, in provincia di Udine, Aniasi si è sempre considerato milanese. Dopo la lotta partigiana, e lingresso con la brigate Garibaldi nella Milano liberata il 28 aprile, il «comandante Iso» è stato per 28 anni consigliere comunale a Palazzo Marino. Quindi, dal 1967 al 1976, è stato sindaco. Nelle file del Psi è stato eletto per cinque legislature alla Camera, in due occasioni è stato ministro, occupandosi di Sanità e delle Regioni. Nominato per 9 anni vice presidente di Montecitorio, è stato insignito anche della medaglia doro per la Cultura e lIstruzione per «lattività di redenzione sociale». Un altro riconoscimento dopo la medaglia dargento al valor militare per limpegno nella lotta di Liberazione nelle valli ossolane. Passato nelle file dei Ds dopo Tangentopoli, negli ultimi anni era anche presidente della Fiap, la federazione italiana delle associazioni partigiane. Custode della memoria collettiva di un periodo che ha cambiato Milano e lItalia, nel 1998 ha scritto «Ne valeva la pena», un libro che è una raccolta di documenti e testimonianze della guerra partigiana nelle valli dellOssola. E, da ex comandante della brigate Garibaldi, non mancava mai sul palco in piazza Duomo, ogni 25 aprile, alle manifestazioni in ricordo della Resistenza, così come alle cerimonie in piazzale Loreto.
Il «comandante Iso» è stato spirito critico e coscienza sulle spalle di una città che non ha mai abbandonato e a cui non ha mai fatto mancare consigli e proposte. Nemmeno dal letto dospedale. I medici dellIstituto nazionale dei Tumori ricordano infatti che, fino al 24 agosto, quando le sue condizioni si sono aggravate a causa della crisi, lex sindaco parlava dei suoi piani per il rilancio culturale della città. E intanto progettava di terminare le vacanze al mare, a Camogli, prima di tornare al suo ufficio, al 21 di via De Amicis.
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