Solo poche settimane fa aveva ricevuto l'Ambrogino d'oro. Ed è stato tra i sostenitori della candidatura di Umberto Ambrosoli alle regionali, tanto che qualcuno aveva fatto il suo nome come possibile futuro assessore alla Sanità. Il ginecologo Mauro Buscaglia, primario all'ospedale San Carlo, è morto all'età di 66 anni. Era noto per la sua posizione di medico non obiettore, oltre 5mila aborti nel curriculum, ma sostenitore della vita. «Si è spento dopo una lunga malattia, vissuta sempre con discrezione e dedizione per il proprio lavoro» fa sapere la Fondazione Giorgio Pardi che esprime il suo cordoglio. Buscaglia lascia la moglie Anna e i figli Francesco e Giovanni, che meno di un mese fa lo avevano applaudito al teatro Dal Verme mentre stringeva la mano al sindaco Giuliano Pisapia. «Quello con Buscaglia - ricorda ora il sindaco - è stato un incontro toccante, che non potrò dimenticare. È stato un esempio importante di medico totalmente impegnato nella sanità pubblica a tutela della salute e dei diritti delle donne e dei bambini». I funerali in forma civile si terranno lunedì mattina nel «suo» ospedale. Un ospedale di trincea, dove si assistono molte mamme in situazioni difficili, e tante donne straniere. Buscaglia aveva capito che molte donne extracomunitarie chiedevano l'aborto per ragioni economiche e, anche a seguito di alcuni colloqui con il cardinal Martini, si era convinto che era necessario indicare delle alternative per il futuro e degli aiuti a quelle richieste di aborto.
Buscaglia è stato anche il primo firmatario del ricorso (vincente) al Tar nel 2008 nei confronti della decisione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni di ridurre da 24 a 22 le settimane entro cui era possibile abortire per le ragioni previste dalla legge.
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