«Moschea di via Faa di Bruno, non c'è due senza Tar. Nuova vittoria di cittadini e del Municipio 4: è un abuso, va chiusa!» esulta Paolo Guido Bassi, presidente leghista del Municipio 4, dopo aver ricevuto la notizia che il Tribunale amministrativo della Lombardia ha stabilito l'irregolarità della moschea di via Faa di Bruno. «Temiamo - afferma l'esponente del partito di Matteo Salvini - che questo braccio di ferro possa proseguire di fronte al Consiglio di Stato, ma parimenti confidiamo che anche il prossimo grado di giudizio confermerà il precedente». La vicenda si trascina dal 2016, quando questa zona della periferia sud est di Milano era governata dal centrosinistra. All'epoca i residenti di via Faa di Bruno si erano sentiti rispondere che non esisteva alcuna moschea abusiva. Dopo le elezioni la musica è cambiata. E si è intrapresa una battaglia legale, comprensiva di cambiamento del regolamento di condominio, sfociata in una vittoria per l'Amministrazione municipale e per gli abitanti dello stabile: «Il Tribunale in seguito ad impugnativa svolta da parte dell'Associazione SRI Lanka Islamica Welfare Centre Milano- spiega Serenella Lattanzio, legale dei residenti - ha ritenuto legittimo non sospendere l'ordine di ripristino della destinazione d'uso laboratorio dell'immobile utilizzato dall'associazione in via Faà di Bruno 14, in ragione dell'impatto urbanistico dell'attività ivi svolta e dei possibili pericoli per la sicurezza ed incolumità personale anche dei soggetti che risiedono in loco o che comunque frequentano il Centro. Finalmente - aggiunge l'avvocato - viene dato giusto rilievo alla voce dei residenti che in tutti i modi legittimi consentiti dalla legge, hanno sottolineato l'illegittimità della situazione e del Municipio 4 guidato dal Presidente Bassi, che da subito ha capito e portato all'attenzione di tutte le sedi istituzionali ciò che accadeva in via Faà di Bruno 14».
Rosa Pozzani, vicepresidente del Municipio 4, sottolinea come «la libertà di culto non è libertà di trasgressione o inosservanza delle leggi italiane, quando la politica lavora ed è al fianco dei cittadini, questi sono i buoni frutti». A proposito di politica anche Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, festeggia la decisione dei giudici: «Per ben due volte gli uffici tecnici del Comune avevano riconosciuto la moschea all'angolo con via Cosenza come abusiva. Nonostante ciò gli esponenti della comunità islamica erano ricorsi al Tar per cercare di fermare l'Amministrazione. Purtroppo per loro, però, anche il Tar ha dato ragione ai cittadini.
L'epilogo di questa vicenda è la dimostrazione di come sia possibile risolvere queste situazioni di abusivismo - conclude poi De Corato - Le nuove 6 moschee previste dovranno essere sottoposte alla Vas, gli Imam dovranno essere iscritti ad un albo e i sermoni dovranno essere proclamati in italiano». «Una vittoria del centrodestra e della giunta del Municipio 4- ha rimarcato Gianluca Comazzi, capogruppo di FI in Regione - che si è sempre battuta per tutelare i diritti dei residenti nel rispetto della legalità».
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