Moschee, tutto congelato «Il Comune ci dia le aree»

I centri islamici aspettano da giorni la graduatoria definitiva del bando «Abbiamo preso impegni onerosi, la questione deve essere risolta presto»

«Aspettavamo notizie a fine agosto». «La graduatoria definitiva ci era stata promessa per i primi di settembre». I responsabili delle associazioni islamiche milanesi non vogliono forzare i toni e si vede, anche perché sono tutti sottoposti alle decisioni del Comune, ma è chiaro che i sentimenti del mondo musulmano milanese sono due: impazienza e inquietudine. Si è fatto un gran parlare, più di un mese fa, del bando per l'assegnazione di aree comunali da destinare a luoghi di culto. Se ne è molto parlato perché, dopo mesi e mesi di attesa, erano state rese note le graduatorie provvisorie coi punti ottenuti dagli enti religiosi partecipanti alla «gara». Graduatorie provvisorie. È da un anno che gli iscritti all'albo delle religioni del Comune, in gran parte centri islamici, aspettano il gran momento. Ma i tempi della politica (e forse della burocrazia) sono sempre più rarefatti: mesi prima di far vedere il bando, mesi e mesi prima della graduatoria provvisoria, settimane (per ora) prima della graduatoria definitiva, l'atteso ultimo passo, quello che precede il possesso delle aree e l'avvio dei lavori (non semplici) per la costruzione dei luoghi di culto. Qualcuno, nell'opposizione, prevede che i ritardi registrati in questa partita non siano un caso, e che ci sia anzi una vera e propria tattica dilatoria. Anche fra i partecipanti, poi, scappa qualche considerazione (battuta) non proprio lusinghiera sulla produttività dell'amministrazione comunale. C'è, sicuramente, anche un passaggio tecnico previsto: il vaglio della prefettura sull'aspetto-sicurezza. Ma non è questo il nodo. E al 10 settembre il bando è ancora provvisorio. La definizione della graduatoria definitiva, va detto, non sarà solo una formalità, anzi si pronostica che, fra rinunce e cancellazioni d'ufficio, potrebbe essere molto diversa dalla provvisoria. Scatterà infatti la regola per cui due aree su tre, al massimo, saranno concesse ai musulmani (che sulla carta avrebbero raggiunti punteggi massimi su tutta la posta in palio). Scatterà inoltre l'altra, insidiosa, regola, per cui non potrà essere assegnatario chi ha in corso una controversia con il Comune. Una norma, questa, che potrebbe determinare la presentazione di ricorsi in particolare su via Esterle, anche perché gli amministratori comunali hanno fatto capire chiaramente che sarà premiata la Casa della cultura musulmana, a scapito dell'associazione bengalese (che tuttavia intende rinunciare al contenzioso e rientrare in gara, eventualmente a colpi di sentenze). C'è poi chi fa notare che il «contenzioso» è un problema che non riguarda solo i bengalesi. Insomma, sotto il profilo amministrativo l'assegnazione potrebbe rivelarsi un vero e proprio ginepraio, con il consueto contorno di sospensive e sentenze. Difficile che possa vedersi qualcosa prima del voto. A tutto ciò si aggiunge la battaglia dei comitati di residenti - soprattutto a Lampugnano - che non gradiscono un grande luogo molto frequentato vicino (con comprensibili problemi di traffico e parcheggi) e vogliono farsi valere. Ma i centri islamici restano fiduciosi.

«Aspettiamo e speriamo in una rapida definizione di questa graduatoria - dice Davide Piccardo, coordinatore dei centri islamici milanesi - abbiamo assunto degli impegni gravosi con l'Amministrazione e ora dobbiamo partire. Abbiamo investito, firmato garanzie finanziarie, tutto ciò non potrà essere protratto troppo a lungo». Da Palazzo Marino rispondono che entro la fine di settembre (massimo primi di ottobre) il passaggio sarà compiuto.

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