Un carrozzone-gabbia dietro le cui sbarre sono rinchiusi quattro «animali» umani: due ragazze faticosamente diventate cittadine italiane (una di origine filippina e l'altra egiziana) e due giovani di colore richiedenti asilo. I nomi delle donne sono Blessy Nambio e Cristina Abdel Mallak, gli uomini si chiamano Moussa e Hammed. La gente si avvicina. È imbarazzata. Non sa che dire loro. Forse non sa neanche cosa pensare di loro. Il dubbio ci assale. Siamo al cospetto di inno al buonismo politicamente corretto? O siamo dinanzi a una provocazione immigraty scorrect? «Né l'uno né l'altra, ma solo il tentativo di riflettere sul tema dell'accoglienza, senza pregiudizi e luoghi comuni - spiega al Giornale Adriaan Eeckels, del JRC (Centro di ricerca comune della Commissione europea) curatore dell'ampia mostra Resonances II in corso al Museo della Scienza e della Tecnologia -. Quando si toccano certi temi il rischio di essere strumentalizzati è sempre forte, ma non ci fermeremo certo per questo». Eppure la sensazione che un po' di timore attorno all'iniziativa ci sia, è forte. Perché, ad esempio, la performance non si svolge quotidianamente, ma solo in pochissime occasioni? (il prossimo appuntamento è fissato per venerdi sera, ndr). Che senso ha creare una «scenografia» e poi lasciarla vuota? «Mancanza di budget», ribatte Eeckels; e se fosse invece anche mancanza di coraggio?
Comunque sia, benvenuti sotto l'immaginario tendone del Circo Barnum dei freaks globalizzati, dove però i veri mostri siamo noi, tra orrori e paure. Stranieri come «risorsa» o «minaccia»? Una donna coperta da un velo dinanzi a una donna nuda. Il teatrino apre il sipario, ma troppi occhi guardano senza vedere. E cosa vorrà dire quell'uomo cannone con la barba jihadista che recita i versi bellici di Marinetti? Si farà esplodere come un vero terrorista dell'Isis o disinnescherà la bomba diventando un uomo di pace?
Lorenzo Montanarini e Daniela Ghio sono gli ideatori della performance e nel catalogo della mostra spiegano il senso della rappresentazione. Montanarini è attore e regista, Ghio è un'esperta di migrazioni, entrambi si sono posti la stessa domanda: Quale storia dell'Europa vogliamo raccontare? «L'installazione The Greatest Show on Earth The Grand Scientific and Social Exhibition - spiegano - si ispira a Il Museo dei Grandi Viaggi, Serragli, Carovane e Ippodromi di P.T. Barnum, che soleva dire abbiamo qualcosa per tutti». Nella carovana di Barnum figurava uno «zoo umano», che esibiva nelle gabbie esseri umani considerati pericolosi o eccezionali. Avveniva negli Usa più di un secolo fa. Ma oggi quale storia dell'Europa vogliamo raccontare? «Questo lavoro - raccontano i curatori - è una ricerca sulle nostre paure e sul momento storico che l'Europa sta attraversando, caratterizzato da grandi incertezze e grandi ondate di migranti. Attraverso una metafora la costruzione di un circo itinerante l'installazione vuole fare un ritratto della nostra società, sottolineandone le incoerenze e mettendo lo spettatore di fronte alle proprie paure e ai propri dubbi». Il lavoro si divide in tre parti. «The Wagon Cage» è un carro dotato di sbarre, ispirato ai modelli utilizzati alla fine dell'800 o inizi del 900. Invece di animali esotici, il carro contiene un gruppo di migranti. Guardando attentamente, il visitatore scopre che il tableau di migranti dietro le sbarre è un ritratto dell'Europa: ciascuno dei paesi fondatori è rappresentato da una persona della nazionalità non europea più presente in quel paese.
«The Burqarium» è un carro con due vetrine una di fronte all'altra. Nella prima c'è una donna con un indumento integrale. Nella vetrina di fronte, una donna che sembra nuda. Un lento e costante movimento circolare invertirà i ruoli: colei che aveva il corpo interamente coperto rimarrà nuda; colei che era nuda avrà il corpo interamente coperto.
«The Incredible Human Cannonball» consiste in un cannone come quelli usati per sparare proiettili umani. In determinati momenti della giornata, arriva una palla di cannone umana che, dopo un breve discorso, viene sparata tra le stelle.
Quando si disperde il fumo, uno schermo TV istallato di fronte al cannone annuncia un attentato terroristico e mostra immagini d'archivio degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi anni. Un famoso episodio della Rivoluzione Francese racconta che un gruppo di suore Carmelitane scelse la ghigliottina piuttosto che togliersi il velo, come richiedeva il tribunale rivoluzionario. Ci rimisero la testa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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