Cronaca locale

In mostra i marmi Torlonia "collezione delle collezioni"

Dopo Canova e Thorvaldsen, un'esposizione dedicata alla più grande raccolta privata di scultura classica

In mostra i marmi Torlonia "collezione delle collezioni"

Esistono tanti modi di concepire una mostra e forgiarne lo spessore. Uno può essere quello di far coincidere il valore storico-artistico ed estetico delle opere ad un'analisi curatoriale che metta in evidenza l'evoluzione del gusto di chi colleziona e collezionava. Un intento riuscito in pieno alle Gallerie d'Italia che da oggi presenta al pubblico un nuovo capolavoro: l'esposizione degli antichi marmi della collezione Torlonia di Roma, la più importante raccolta privata di scultura classica in grado di competere con i Musei Vaticani e i Musei Capitolini.

«É una mostra forse un po' difficile per il pubblico milanese», azzarda lo storico Carlo Gasparri che con il collega Salvatore Settis ha curato il progetto scientifico. In realtà, al di là della roboante romanità della statuaria che conta ben 96 pezzi (su una raccolta totale di oltre 600), sarà impossibile non apprezzare la bellezza e lo sforzo di questa operazione che da Milano farà partire un vero e proprio tour mondiale in nome della grandeur; cioè un degno omaggio alla scultura classica che segue come in un fil rouge la grande mostra che, lo scorso anno, Gallerie d'Italia dedicò all'arte sublime di Canova e Thorvaldsen.

In attesa che la Fondazione Torlonia individui spazi adeguati per un nuovo museo, non sarà facile ammirare tutti insieme così tanti capolavori - molti freschi di restauro grazie al sostegno degli sponsor Bulgari e Intesa Sanpaolo - che testimoniano l'evoluzione del collezionismo privato di antichità a Roma dal XV al XIX secolo. Collezione di collezioni patrizie, questa imponente raccolta dice anzitutto della grande passione della Famiglia Torlonia per l'arte, passione sfociata nella costituzione di una Fondazione con lo scopo di preservare il valore culturale del patrimonio.

Il colpo d'occhio è maestoso, merito anche dell'allestimento curato dall'architetto Lucia Anna Iovieno che, con guizzo inedito, mette in luce capolavori in tutta la loro interezza. É il caso dell'imponente sarcofago consolare dalla via Ardeatina accostato a un gruppo di togati romani, oppure il colossale Dace prigioniero simile agli esemplari del Foro di Traiano, accanto ai ritratti di Domiziano e di Antinoo, recentemente restaurati, parte della celebre galleria dei 122 busti della Collezione. L'esposizione si conclude con una sezione interamente dedicata ai restauri dove l'Ercole composto da 112 pezzi, già in mostra a Roma, dialoga con la scultura della Leda con il cigno.

I curatori illustrano la genesi di un progetto che nasce da un accordo tra la Fondazione Torlonia e il Ministero della cultura - con la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma: «Questa mostra, che riporta alla coscienza di tutti i tesori di una collezione senza pari, incarna l'intento, condiviso fra il Ministero della Cultura e la Fondazione Torlonia, di riaprire il Museo nella sua interezza. Trasferendosi da Villa Caffarelli sul Campidoglio aelle Gallerie d'Italia in piazza della Scala, la mostra appare rinnovata non solo perché comprende cinque sculture in più, ma anche per il nuovo allestimento che conserva il filo narrativo attraverso la storia del collezionismo, ma propone nuovi e inattesi punti di vista e interrelazioni fra i marmi».

L'allestimento parte proprio con un rimando a quel Museo che venne inaugurato dal Principe Alessandro nel 1875, collocato in via della Lungara, a esporre le 620 sculture negli spazi di 77 sale.

L'intera collezione di busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi è descritta nel prezioso e imponente catalogo del Museo Torlonia di sculture antiche (1884-85) curato da Carlo Ludovico Visconti, anch'esso in mostra, il primo integramente illustrato in fototipia.

Commenti