Movida e atti vandalici, tensione in corso Lodi tra residenti e fracassoni

Lettera di protesta al sindaco: siamo al limite. C'è chi arriva a gettare acqua calda dall'alto

Movida e atti vandalici, tensione in corso Lodi tra residenti e fracassoni

La pazienza è al limite e sta degenerando in forme di difesa fai-da-te pericolose come gettare acqua bollente dalle finestre per allontanare chi disturba sotto casa fino alle tre di notte. È la battaglia tra movida e locali che a turno si accende in varie zone della città e questa volta a scendere (virtualmente) in piazza sono i residenti di zona corso Lodi. Qualcuno di loro ha inviato un'accesa lettera di protesta al sindaco e a vari assessori comunali per descrivere la tensione in atto tra chi vive nel quartiere e quel popolo della movida che si concentra «per almeno 300 giorni all'anno fino alle tre di notte» davanti ai locali di via Francesco Burlamacchi, traversa di corso Lodi. Non è solo un problema di ordine pubblico, i residenti che da anni si rivolgono a polizia, carabinieri e vigili senza ottenere interventi incisivi riferiscono che in zona di notte «sono presenti spacciatori, vengono venduti alcolici a ragazzini di tredici anni, gli scontrini vengono rilasciati una tantum e portoni e auto vengono presi di mira dai vandali, e a noi tocca pagare le spese». Chi scrive la lettera a Palazzo Marino si augura che «non si aspetti come sempre che accada qualcosa di brutto prima di intervenire. La gente paga le tasse e ottempera a tutti i propri doveri, lavora e ha il diritto di poter riposare o di poter tenere aperte le finestre o poter posteggiare la macchina certa che non sarà vandalizzata non in una strada buia e periferica ma a tre fermate di metrò da piazza Duomo». La pazienza, ripete, «sta finendo e noi abitanti della zona temiamo che prima o poi possa succedere l'irreparabile. I primi sintomi ci sono già stati con minacce di ritorsioni, principi di rissa, lancio di oggetti o liquidi bollenti sulle persone sottostanti».

Il presidente leghista del Municipio 4 Paolo Bassi ammette che «la libertà di chi frequenta i locali si ferma di fronte a quella dei residenti di riposare tranquilli. Il disturbo della quiete pubblica è uno dei tipici problemi di competenza della polizia locale, ma l'attuale organizzazione del Corpo rende assai poco efficaci gli interventi in orario notturno perché gli uomini a disposizione sono troppo pochi». Poche pattuglie e concentrate sui rilievi di incidenti o emergenze più gravi del diritto al sonno dei cittadini.

La carenza di personale nelle ore notturne «è uno dei problemi - riferisce Bassi - che abbiamo fatto presente nell'incontro di pochi giorni fa tra i presidenti di Municipio e il nuovo comandante dei vigili Marco Ciacci. È al lavoro da un mese, gli diamo il tempo per organizzarsi, ma gli abbiamo ribadito che le richieste di intervento notturno sono un aspetto da tenere sicuramente in considerazione».

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