«Multe, moratoria per incassare cinquanta milioni»

Quattro mesi di tempo per pagare le multe prese negli ultimi 10 anni. Contravvenzioni rimaste nel cassetto, non saldate, diventate nel frattempo cartelle esattoriali e lievitate a dismisura tra sanzioni e interessi di mora. Lo chiede Forza Italia che sollecita Palazzo Marino ad attivare al più presto la procedura, visto che ora è una possibilità offerta dalla legge. È stato infatti appena approvato un emendamento alla legge di Stabilità che prevede una mini-sanatoria dei ruoli consegnati fino al 31 ottobre 2013. La legge dà la possibilità ai contribuenti di estinguere il debito pagando solo l'importo iscritto a ruolo senza gli interessi maturati dopo la notifica della cartella. La legge prevede anche che venga invece corrisposto anche l'importo che spetta alla società di riscossione, tipo Equitalia. «Noi chiediamo che il Comune faccia pressione sul Governo - sollecita Fabrizio de Pasquale (FI) - per aprire una finestra di 4 mesi in cui i milanesi possano mettersi in regola senza nessuna sanzione aggiuntiva». Secondo Forza Italia «questo vede come nemici gli esattori, ma - commentano - è meglio che i milanesi contribuiscano a sanare il bilancio del Comune piuttosto che a riempire le casse di Equitalia». Fatti due conti infatti se solo il 10 per cento dei milanesi aderisse a questa operazione - tecnicamente si chiama «ravvedimento operoso» - Palazzo Marino potrebbe incassare in quattro mesi una cosa tra 45 e 50 milioni di euro. Tutti finanziamenti che, come fa notare De Pasquale non potrebbero ormai finire nel (buco) di bilancio del 2013. Ma potrebbero invece contribuire a non ipotizzare nuovi aumenti per il prossimo anno. In questo modo non sarebbe né una sanatoria né un condono perché non verrebbero cancellate le sanzione ma viene offerta la possibilità di estinguere la multa senza interessi. Per Forza Italia la procedura che il Comune deve attivare velocemente dovrà riguardare non solo le multe stradali ma qualsiasi «debito». «Di quei 460 milioni di multe che rischiano di rimanere nel limbo a lungo per andare persi scaduti i 5 anni di tempo per reclamarle, almeno l'8-10% - stimano i consiglieri - si potrebbe recuperare subito». Un tesoretto da mettere in cassa per il 2014, perché quest'anno lo scenario è nella scelta fra due «baratri». «Il Comune ha giocato d'azzardo con i soldi della città, e ha perso - commenta Giulio Gallera - La Giunta ha creato entrate virtuali per 110 milioni di euro alzando l'aliquota Imu dallo 0,4 allo 0,6 per cento, con una delibera del 7 ottobre, sperando che il Governo avrebbe poi ripianato l'ammanco con rimborsi maggiorati. Un autentico debito fuori bilancio, un azzardo contabile gravissimo». Con un'aggravante. «Sono stati diversi i pareri negativi e gli allarmi lanciati dai revisori dei conti che avevano capito che la nave andava a sbattere. Niente da fare: vedevano l'iceberg e ci sono andati contro». E ora? Baratro numero 1: «I milanesi saranno costretti a pagare l'Imu prima casa.

E saremo così uno dei 600 comuni (tra 8mila) che hanno provato a fare questa furbata». Alternativa? Per De Pasquale, il baratro numero 2: «Ipotesi ancor peggiore perché significa rompere il patto di stabilità con inevitabile blocco di investimenti e assunzioni».

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