Cassa integrazione in vista per 1.712 lavoratori del gruppo ospedaliero MultiMedica. Dopo i 450 tagli al personale del San Raffaele, ora un altro colosso sanitario è costretto a fare i conti con la spending review. Da gennaio, per almeno sei mesi, si potrebbero veder ridurre lo stipendio i primi 320 infermieri, ausiliari e amministrativi che lavorano nelle varie strutture del gruppo di Daniele Schwarz: una galassia che comprende l'ospedale San Giuseppe, il polo sanitario di Sesto San Giovanni, l'istituto di Castellanza e Limbiate. I dipendenti della Multimedica sono in tutto 2.024, quindi il provvedimento della cig andrebbe a toccare (a rotazione) la busta paga di quasi tutti i lavoratori. Medici esclusi.
Nella morsa della cassa integrazione a rotazione finirebbero anche i dipendenti che lavorano nel centro dialisi del Pio Albergo Trivulzio, gestito da Multimedica, del poliambulatorio e dei poli scientifici e tecnologici.
Giovedì si è tenuto il primo incontro con le organizzazioni sindacali per trovare un accordo sulla richiesta di integrazione salariale in deroga e sulla riorganizzazione delle attività. E un nuovo incontro è fissato per mercoledì. «Quante più risorse umane rientreranno nel provvedimento della cassa integrazione - spiega la Multimedica in una nota - tanto minore sarà la riduzione salariale del singolo dipendente». Anche l'impero di Schwarz sembra subire il colpo dei tagli alla sanità. La decisione di ridurre giorni di lavoro e buste paga «è indotta - scrive la direzione - dal perdurare della crisi del settore sanitario lombardo, dovuta ai tagli lineari operati al servizio sanitario nazionale dalle diverse manovre economiche definite dal governo Berlusconi prima e Monti poi, che nel periodo tra il luglio 2011 e il 2014 porteranno a compimento un taglio alla spesa sanitaria di quasi 35 miliardi di euro su un totale di 107 miliardi iniziali». «La volontà del gruppo - spiega Agostino Goldin, direttore Risorse umane - è quella di salvaguardare il posto di lavoro di tutti i nostri dipendenti del comparto sanitario non medico e amministrativo». In sostanza, nei giorni in cui sono costretti a non lavorare, i dipendenti potranno seguire corsi di aggiornamento professionale.
I sindacati, come prima mossa, chiedono ai vertici di conoscere le reali condizione di gruppo, con tanto di numeri, entrate e uscite. Vogliono sapere il numero dei contratti a termine, le azioni di risparmio sul personale già messe in campo e in programma. E il 13 novembre, data della manifestazione del comparto sanità, porteranno in piazza anche il nuovo caso Multimedica, assieme a quello del San Raffaele e dell'accetta che si sta per abbattere sugli ospedali pubblici. «Occorre si apra quanto prima un tavolo con la Regione Lombardia sulla sanità pubblica e privata - interviene Alberto Villa, segretario della Funzione pubblica Cgil - Già sappiamo che i tagli per il 2012 e 2013 al servizio sanitario regionale ammontano a 330 milioni di euro.
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