La Veneranda Fabbrica quest'estate può gioire: non solo per le migliaia di visitatori in più che, nella stagione di Expo, hanno varcato la cattedrale, ma anche per il successo registrato dal Museo del Duomo, che due anni fa è stato ristrutturato e completamente riallestito. Sempre aperto nel periodo vacanziero, il museo si è arricchito nel semestre di Expo, di un'importante appendice: la mostra «Nicola e Giovanni Pisano. Le origini della scultura moderna», allestita nella chiesetta di San Gottardo in Corte, in via Pecorari, proprio dietro Palazzo Reale. È una parte del Padiglione delle Belle Arti per Expo, curata da Vittorio Sgarbi per la Regione Lombardia, e presenta nove sculture dei Pisano provenienti dal Battistero di Pisa e custodite nel Museo del Duomo, simbolo della grandezza della scultura italiana medievale che è stata fondamento di tutta la scultura a venire e che, osservata da vicino, appare estremamente moderna (giovedì e sabato la mostra sui Pisano è visitabile fino alle 22.30). Dopo questa prima tappa, entrare nel Museo del Duomo è un po' come percorrere la storia della nostra città: comincia con gli antichi marmi policromi del pavimento un percorso di duemila metri quadrati e seicento anni della storia «del Dom». Una trentina di sale, riallestiste e restaurate secondo il progetto dell'architetto Guido Canali, presentano alcuni dei tesori del monumento- simbolo di Milano: sculture, arazzi preziosi, dipinti, pale d'altare, le splendide vetrate originali. Dal Trecento al Novecento la «fabbrica del Duomo» è ricostruita attraverso le sue tappe più significative: tra gli oggetti- simbolo i paramenti sacri (tra cui una mitra realizzata con penne di colibrì), oggetti e reliquie preziose che rendono il «tesoro del Duomo», fino a due anni fa custodito nella cattedrale, un unicum in Europa. Chi visita per la prima volta il museo, ma anche chi vi si reca di nuovo, non può non trovare scenografici i doccioni originali delle guglie, allestiti ad altezza d'uomo. E tra i pezzi esposti spicca, per importanza storica, la preziosa croce di Ariberto, che risale all'undicesimo secolo, accompagnata da un raffinato e antico evangelario. Oltre agli arazzi di San Carlo Borromeo e alle antiche vetrate rinascimentali, ricostruite in una sala buia per poterne meglio apprezzare i colori cangianti, una tappa doverosa va fatta nella sala tredici, occupata dal «modellone» di Bernardino Zenale (datato 1519), una riproduzione fedelissima del Duomo in scala uno a venti.
Da non perdere anche l'enorme scheletro in ferro e alabarda che costituiva, prima del restauro di fine anni Sessanta, l'ossatura della Madonnina (il museo è aperto tutto i giorni dalle 9.30 alle 19.30, il giovedì e il sabato fino alle 22.30, museo.duomomilano.it).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.