Il museo più visto? Scudetto a San Siro

Il museo più visto? Scudetto a San Siro

Ieri, ore 12. I cancelli dell'ingresso numero 14 di San Siro: stoppati. Si spalancavano di rimando gli occhi dei turisti di fronte alla chiusura di quello che nel mondo viene chiamato il Tempio del calcio, cioè il museo della storia di Milan e Inter, che in un anno ha accolto 223mila visitatori. Nei mesi estivi è la meta più ambita di Milano con una media di un migliaio di ingressi giornalieri. Il Castello Sforzesco ne registra 800.
«Why?». Perché? E il custode dando il giro di chiave: «Stasera c'è la partita. Siamo impegnati a sistemare le transenne nello stadio. Il museo può riaprire solo alle 19». Ma come, «sbarrata» per carenza di personale? Incrediball: è un neologismo per dire che anche la palla in Italia viene bloccata da meccanismi che hanno dell'incredibile. La famiglia Waterink di Den Haag, capitale politica dell'Olanda, ha allungato di un giorno la sua permanenza a Lodi, costo 350 euro in più, per portare i tre figli che da due anni agognano di gustarsi i cimeli delle squadre. «Non è civile. Aspettare per non vedere niente; una vergogna. I bimbi ci sono rimasti male. Ora non possiamo attendere fino alle 19, dobbiamo ripartire e l'atteso tour anche all'interno dello stadio è andato in fumo».
Christian, francese, sbotta: «Very bad». Molto, molto cattiva usanza quella di chiudere i musei all'improvviso, e il custode fa notare che l'avviso era stato messo su internet. «Non è vero, la chiusura su internet non era segnalata» sottolinea un gruppo di giapponesi, mentre un altro manipolo di orientali, molto presenti a questo cancello, sta uscendo. Sono di Singapore. «Siamo qui da due giorni. Questa è stata la nostra prima tappa» dice il ragazzo che indossa la maglia del Manchester United. Milanista o interista? «Non mi esprimo. Da quando Murinho allena il Real Madrid e non gioca più in Italia non ci interessa più nulla. Era lui il nostro idolo».
L'olandese Marcel de Rooy ha terminato la visita. E' un po' deluso. «Vista l'entità delle squadre mi aspettavo una cosa fatta meglio. Il luogo è piccolo per la sua fama. Dovrebbe essere più curato e contenere più oggetti, foto, testimonianze». Invece è piaciuto alla famiglia Delboy di Londra, con due figlie femmine. Molte sono le donne, anche giovani che premono per andare a visitare il luogo con maglie e cimeli dei calciatori. A volte di loro spontanea volontà, a volte trascinate da padri e mariti. Come la giovane signora della coppia di Hong Kong con ombrellino. Gli unici a non essere dispiaciuti dell'improvvisa serrata dei cancelli 14. Anzi il marito si informa in quale sportello bancario poter comperare i biglietti per Inter - Haiduc Spalato delle 20.45. «Bello! - esulta -. Così in un'unica serata mi vedo il tempio e pure il match». E' un po' una fregatura. E' quanto si legge tra i commenti dei signori Bouton di Tolosa con due figli. «Forse perché abbiamo ancora impresso quello del Real Madrid, che è spettacolare, con tante maglie, fotografie e coppe, ma questo di Milano non è proprio ciò che ci aspettavamo». Per una famiglia di londinesi invece è «special», così esordiscono i Delboy parlando anche dei quattro templi della storia calcistica siti a Londra. «Bello il museo, ma lo stadio... Lo stadio non regge il confronto con Wembley».

Spirito regale della bianca Albione, patria di nascita del calcio, o verità? Arrivano i Zigiotto da Vicenza. Milanisti. «E' chiuso? Doveva essere la nostra prima tappa della gita oggi, vuol dire che sarà l'ultima di stasera. Siamo certi ne valga la pena».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica