Ieri sera è morto Vasco Cattafesta. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Simone Ferrian che lo ricorda così:
Non m’importa nulla che fosse un grande maniscalco, sicuramente il migliore nel galoppo, era un amico, una di quelle persone che ti giravi tutta Fieracavalli solo per trovarlo e bere il caffè insieme… oggi scrivo con un nodo alla gola grosso così, perché Vasco Cattafesta da ieri sera non c’è più.
La brutta notizia ha interrotto la mia giornata e scuote me più di molti altri. Lo sentivo vicino Vasco… ci siamo incontrati una quantità indefinita di anni fa’, io non lo conoscevo nonostante la sua notorietà e lui a maggior ragione ignorava me.
Di solito incontravo maniscalchi con grandi attrezzatissimi furgoni, che mi guardavano malissimo e mi salutavano a mala pena, vedendomi ferrare con pochi attrezzi e un pezzo di putrella per incudine, in più molto spesso malvestito.
Al contrario quando ci siamo incontrati io e Vasco, erano i cavalli a guardarci malissimo! Quel giorno infatti due cavalli mezzi ferrati, furono obbligati ad attendere la fine dei discorsi di due matti, che non avevano un super furgone ma l’utilitaria, un abbigliamento che l’unica cosa che aveva di specifico, era l’odore di unghia marcia indovato da giorni e naturalmente un pezzo di putrella per incudine!
Mi ricordo gli feci una testa così con la semeiotica della linea bianca, mentre lui mi spiegava le proprietà benefiche della tela del ragno applicata sotto lo zoccolo…
Gli dissi che era la prima volta che incontravo un collega al lavoro in utilitaria e lui rispose scherzoso ma non scherzando, che ci andava pure in bicicletta a ferrare i cavalli, con un pezzo di rotaia del tram dietro il sellino.
Era una persona simpatica, empatica, di vasta cultura, eclettica, curiosa, capace di presentarsi al ristorante con due ore di ritardo e ancora “profumato” di unghia di cavallo. “Profumo” che le donne dimenticavano, perse nell’ascolto delle sue dissertazioni fantasiose pur veritiere.
Eppure non ci si arrabbiava per l’attesa, perché arrivava scalmanato, sorridente e sempre con qualcosa di interessante da dire.
Non mi mancherà il maniscalco, ma l’uomo. L’appassionato di psicologia che ti parlava di Freud. Il chiacchierone, il socievole come i cavalli che ferrava. L’anima buona che pregava per gli altri nei versi buddisti “Namu Myoho Renge Kyo”.
Ora spetta a me pregare per
te, che tu possa trovare il fiore di loto (Renge) là dove sei adesso, se ancora vivi in qualche modo, tu che hai attraversato l’ultimo vecchio ponte (De André), lasciandoti alle spalle questa terra desolata (T.S. Eliot).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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