Coronavirus

È nata dentro "Mind" la tecnologia portatile che neutralizza il Covid

Il dispositivo capace di inattivare i virus studiato nel distretto dell'innovazione

È nata dentro "Mind" la tecnologia portatile che neutralizza il Covid

È uno dei primi progetti di innovazione nato all'interno dell'ecosistema «Mind» di Milano e sarà applicato innanzitutto negli spazi del distretto, ma potrebbe cambiare la storia della resistenza contro il Covid e anche - in prospettiva - contro altre pandemie. È stato presentato ieri nell'auditorium di «Human technpole», alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti e di tutti i protagonisti di una partnership che è innanzitutto orientata alla ricerca: l'ospedale Luigi Sacco, il dipartimento scientifico del Policlinico del Celio di Roma, il Politecnico di Milano e la New York University.

La filosofia che sta alla base di tutto il percorso è proprio l'incontro fra discipline e competenze diverse, e fra attori pubblici e privati. «Mind» è il distretto dell'innovazione nato dalla riconversione dell'area Expo2015, si estende su oltre un milione di metri quadrati per un investimento di 4,5 miliardi, ispirato da un'idea di fondo ambiziosa: creare un ambiente in cui far convergere le nuove frontiere della tecnologia e le scienze della vita. Ieri, Mind ha ospitato il battesimo di questa tecnologia innovativa, «made in Italy», per cui è stato depositato un brevetto internazionale per invenzione a livello industriale. Si chiama «E4Shield» ed è stato pensato per agire innanzitutto all'interno degli ambienti chiusi (scuole e mezzi di trasporto) disattivando il virus in aerosol e così mitigando la minaccia pandemica. Il dispositivo è stato realizzato in partnership da «Lendlease» (gruppo di real estate e rigenerazione urbana, sviluppatore di Mind) e da «Elettronica», società con esperienza settantennale nella gestione dello spettro elettromagnetico e della Biodifesa.

L'evento si è tutto incentrato sull'idea dell'innovazione e il ministro Giorgetti che si è cimentato col problema del rapporto (del cittadino e del politico) con la scienza. Questione delicata, dopo una pandemia terrificante: «Con il Covid - ha detto - le nostre libertà individuali sono state messe in discussione e la paura è diventata il motore delle nostre decisioni. La normalità che dobbiamo cercare adesso è quella che si collega alla libertà e non dalla paura», ha aggiunto. «Sul sentimento di paura è molto semplice risolvere il problema reprimendo le libertà» - ha osservato - eppure «in qualche modo anche i governi democratici sono stati costretti a farlo in questi anni». Per il ministro, dunque, la sfida della «nuova normalità» è coniugare la libertà con un sentimento di paura «che ormai fa parte del nostro dna». La risposta è nella ricerca, «pubblica e privata». E il politico ha una responsabilità di fronte alla ricerca scientifica: «Dagli errori progredisce la scienza - ha detto Il politico si aspetta che la scienza dia soluzioni che plachino il cittadino, ma dobbiamo chiederci come trasmettere messaggi sapendo che non sono verità assolute». «Il dibattito di oggi - ha concluso Giorgetti - fa parte di questo tipo di percorso: un politico può dire non vaccinatevi questa è la soluzione ma non deve farlo mai, deve ispirare fiducia nella scienza (che deve a sua volta essere tollerante) e fare in modo che si viva in una società normale e libera».

«Abbiamo avuto dimostrazione pratica di cosa significa innovazione - ha detto nel corso di un intervento fuori programma Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri - scienza, tecnologia e talento possono andare a beneficio di tutti».

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