Alberto Giannoni
Schierarsi col centrodestra, lavorare alla quarta «gamba» dell'alleanza, farlo presto e mollare chi guarda a sinistra. «Lombardia popolare» scalpita: ha le idee chiare e un mese di tempo per metterle in pratica. Non piace a nessuno (o quasi) l'accordo col Pd concluso dal presidente di Alternativa popolare (il nuovo nome di Ncd) Angelino Alfano. Per questo i lombardi di Ap chiedono urgentemente al loro leader, il capogruppo Maurizio Lupi (nella foto), di rompere gli indugi, prendere in mano il movimento e guidarlo velocemente nella casa dalla parte «giusta». L'intesa di Alfano col Pd, ufficialmente, è circoscritta alla Sicilia, ma le regionali isolane sono un test troppo ravvicinato al voto politico per non essere prese come un fidanzamento che prelude al matrimonio nazionale. E questo matrimonio, per i popolari milanesi e «padani», non si deve fare, anche perché presto si voterà pure in Lombardia (referendum e Regione) e l'elettorato di «Lp» è al 90% di centrodestra (stima degli interessati). Gli eletti di «Lombardia popolare» hanno storia politica e idee da moderati (sussidiarietà, famiglia, impresa, ma anche sicurezza).
Quindi, per ragioni di coerenza e utilità politica, per loro non c'è altra strada se non quella che porta al centrodestra, con tre tappe: prima il «sì» al referendum sull'autonomia poi le Regionali al fianco di Roberto Maroni, infine le politiche con Fi e gli altri. Il partito a Milano è tutto su questa linea «lib-pop», che peraltro ha funzionato anche in Liguria ed è stata sperimentata con successo, proprio dal milanese Lupi alle Comunali del 2016 con Stefano Parisi. (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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