Coronavirus

Negligenze e irregolarità durante il contagio. Trivulzio sotto inchiesta

Dopo il Don Gnocchi finisce nel mirino dei pm anche la gestione dell' emergenza al Pat

Negligenze e irregolarità durante il contagio. Trivulzio sotto inchiesta

Un altro caso Rsa finisce sul tavolo della Procura. Dopo l'inchiesta sull'Istituto Palazzolo della Fondazione Don Gnocchi per presunte negligenze e irregolarità da parte dei dirigenti nel contenimento del contagio da Coronavirus all'interno della struttura, ora tocca al Pio Albergo Trivulzio.

La Procura indaga sulla gestione dell'emergenza sanitaria al Pat, storico istituto dell'assistenza agli anziani. Anche in questo caso l'inchiesta è stata aperta sulla base di una denuncia. È a «modello 44», cioè a carico di ignoti. Nei giorni scorsi la vicenda era emersa, dopo che sindacati e operatori sanitari avevano denunciato la «gestione sconsiderata dell'emergenza» da parte del Trivulzio, in particolare per una sottovalutazione dell'importanza dell'uso delle mascherine. Tesi respinta dalla dirigenza che sostiene di avere fatto tutto il necessario per proteggere l'incolumità di ospiti e operatori. La Cisl e la Cgil avevano mandato una lettera di diffida alla direzione del Pat, chiedendo che tutti i lavoratori venissero dotati di adeguate protezioni.

Nei giorni scorsi il dipartimento Ambiente e salute guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano aveva avviato un'indagine per una vicenda simile sulla Fondazione Don Gnocchi. Erano stati i lavoratori dell'Istituto Palazzolo, una ventina, a presentare un esposto in cui si accusa tra l'altro la direzione di aver tenuto nascosti casi di contagio tra gli operatori e di aver chiesto loro di non usare le mascherine. I reati ipotizzati sono di diffusione colposa di epidemia e altri in materia di sicurezza sul lavoro. L'alto numero di contagi e di morti per Covid-19 nelle residenze per anziani, in tutta la Lombardia, ha sollevato allarme. Per quanto riguarda Milano, le denunce per mancata prevenzione del contagio non si limitano a quelle del Don Gnocchi e del Trivulzio. È plausibile quindi che siano stati aperti altri fascicoli. Le indagini per ora si svolgono su base documentale, visto che non è possibile intervenire nelle sedi delle strutture.

Proprio Siciliano alcuni giorni fa in un'intervista a Radio 24 aveva dichiarato che «sono già una decina le denunce ricevute, ma ci aspettiamo che aumentino. E per questo ci stiamo già preparando». Il riferimento era appunto agli esposti degli operatori sanitari. Continuava l'aggiunto: «Il punto in comune tra tutte le denunce, presentate soprattutto da lavoratori, sono le omissioni. Le mancanze cioè di cautele per prevenire il rischio infezioni. La prima contestazione è la non tempestività nell'informazione, ma si denunciano anche carenze dei presidi sanitari messi a disposizione». Il trend di denunce sarebbe «destinato ad aumentare nel tempo. Il mio dipartimento si sta già attrezzando, mettendo a punto protocolli di valutazione di indagine, per essere più efficienti e celeri. Anche dando per scontato - sottolineava però - che molte richieste non abbiano fondamento.

È molto umano cercare un responsabile, ma la responsabilità penale è altro».

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