Negri, l'eccellenza del «chiavennasca»

Negri, l'eccellenza del «chiavennasca»

La casa vinicola Nino Negri, fondata nel 1897, ha contribuito attivamente allo sviluppo della Valtellina diventandone la realtà vitivinicola più importante. Appartenente al Gruppo Italiano Vini, che dal Nord fino al Sud Italia coinvolge 14 cantine, l'azienda, con sede a Chiuro, si è specializzata nella coltivazione della varietà del Nebbiolo che ricopre quasi il 95% del territorio coltivato.
Casimiro Maule, enologo dell'azienda Nino Negri, racconta come dalla fondazione, e quindi di generazione in generazione, la Negri si sia sviluppata puntando a raggiungere obiettivi sempre più alti.
«Coltiviamo Nebbiolo definito “chiavennasca” che in dialetto significa Nebbiolo da vino - dice Casimiro Maule - Storicamente, la popolazione ha creato una miriade di muretti a secco per ottenere quei terrazzamenti che oggi, grazie alla diretta esposizione al sole, consentono di avere una maturazione dell'uva più omogenea e una vendemmia di alta qualità, operazione svolta manualmente da inizio ottobre fino ai primi di novembre. La nostra valle, infatti, vanta un clima ideale per questo tipo di uva; il vento freddo che giunge dal lago di Como asciuga le uve depositate nei fruttai; per produrre lo Sfursat - uno dei nostri vini prestigiosi, accanto al Sassella, al Grumello e all'Inferno - occorre un lento e lungo appassimento favorito dal freddo secco, tipico degli inverni valtellinesi».
Dal '98 l'azienda si attiene ai disciplinari di produzione Doc e Docg: «Destiniamo una piccola parte della nostra produzione - aggiunge Casimiro Maule - a uve di Merlot ma il 90% dei nostri ettari sono coltivati a Nebbiolo, uva dalla quale si ricavano vini dal sapore caratteristico e idonei a un lungo invecchiamento: dopo l'imbottigliamento il vino raggiunge, di anno in anno, un sapore più rotondo e armonico».
La crisi? Come sempre i prodotti di qualità non subiscono le congiunture negative.
«A parte un periodo nefasto, negli anni Ottanta - conclude Casimiro Maule - quando le richieste da parte della Svizzera calarono notevolmente, non abbiamo mai risentito della crisi generale, difendendoci al meglio. I nostri consumatori sono degli affezionati e abbiamo sempre ottenuto dei grandi risultati da un mercato per noi in espansione. Per il 70% il nostro vino è acquistato in Lombardia; il restante 30% viene esportato in America, nell'Europa del npord, in Germania. Ma anche in Giappone stiamo coltivando molti appassionati dei nostri vini.

Tuttavia a noi non siamo interessati ad aumentare notevolmente la produzione. Se lo facessimo non potremmo in ogni caso garantirne l'alta qualità. Elemento che noi riteniamo indispensabile per mantenere i nostri attuali livelli sul mercati di riferimento.

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