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Nei corridoi della Bocconi il flop di Monti non fa rumore

Nei corridoi della Bocconi il flop di Monti non fa rumore

Arrivando al'università Bocconi non si trovano segni del voto: nessun manifesto sui muri, nessun volantino per terra, solo inserzioni di affitti - a caro prezzo - nella zona. Il silenzio elettorale prosegue di fatto anche su Mario Monti, presidente «autosospeso» dell'università milanese: studenti e professori ne parlano poco. E poco sembra riguardarli un suo eventuale ritorno. Insomma, il terremoto elettorale e la debacle del professore non sembrano scuotere né studenti né docenti. E tanto meno ci si schiera in due gruppi, uno per lui e uno per Pinardi, il prof di Finanza sceso in campo co Oscar Giannino.
«Il risultato di Monti è così così, ma me lo aspettavo», afferma Niccolò, studente di finanza di Padova, uno dei circa 13mila iscritti, dei quali il 10% stranieri, al più prestigioso ateneo economico italiano. «Che lui torni o meno cambia poco, così come cambia poco se qualcuno che viene dalla Bocconi entra in politica o meno: la Bocconi resta sempre se stessa», aggiunge Maria, un'altra studentessa.
«All'inizio della sua esperienza come presidente del Consiglio c'era grandissimo entusiasmo - ricorda Antonio Aloisi, eletto dagli studenti nel consiglio di amministrazione dell'ateneo - ma da quando si è candidato l'argomento è diventato tabù»: nessuno, specie tra i professori, ne ha più parlato, almeno in pubblico. È come se l'università abbia voluto riprendersi il suo ruolo». A proposito di cda, quello attuale con Monti presidente autosospeso scade nel novembre 2014 e attualmente non ci sono segnali su un suo ritorno o meno, con il vice Luigi Guatri che per ora lo ha sostituito nei compiti. «Vediamo come evolve la situazione politica - commenta Giorgio Sacerdoti, docente di diritto internazionale alla Bocconi, candidato da Monti come quinto delle sua lista alla Camera nel collegio di Milano e Monza, non eletto - ma mi ricordo che anche Spadolini da senatore a vita fece il presidente dell'università: se l'attuale presidente del Consiglio, che potrebbe ricoprire questo ruolo anche più a lungo di pochi giorni diventerà “semplice” senatore a vita, potrebbe seguire la stessa strada». Anche considerando che l'ex leader del partito repubblicano rimase presidente della Bocconi per un periodo lunghissimo: dal 1976 al 2004. In un breve sondaggio dentro e fuori l'ateneo milanese, sembra che gli studenti (tutti giovani entro i 25 anni) abbiano seguito poco l'onda-Grillo e si siano invece concentrati sui partiti maggiori di centrosinistra e centrodestra. Con qualche consenso per Fare per fermare il Declino.

Di questa lista il candidato presidente della Regione in Lombardia è Carlo Maria Pinardi, docente di Finanza aziendale della Bocconi. «Quello di Monti è un argomento di cui abbiamo parlato poco - dice Pinardi - e che comunque non commento...».

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