Cortina per ora ha battuto tutti sul tempo. È stata la più veloce a consegnare il pre dossier di candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026. La corsa delle Dolomiti (e del governatore leghista del Veneto Luca Zaia) è partita alle 10.30, quando l'amministrazione ha notificato via Pec al Coni lo studio di fattibilità. Nel primo pomeriggio è arrivata la candidatura di Milano, terza Torino con la sindaca 5 Stelle Chiara Appendino che proprio ieri è volata a Roma per incontrare il presidente del Coni Giovanni Malagò (ma è uscito 5 minuti prima lasciandola alla responsabile delle candidature Diana Bianchedi).
Un dossier corposo quello milanese, che cala una serie di assi da novanta per rendere attrattiva la proposta agli occhi della «giuria» internazionale. Ieri alle 18 scadeva infatti il tempo concesso alle città italiane per farsi avanti, entro il 10 giugno - quando si terrà la riunione del Coni, che potrebbe poi rinviare a fine mese la scelta - è attesa la dichiarazione del governo a favore di una delle candidate, ma superata la gara interna bisognerà confrontarsi con le altre città del mondo (da Stoccolma a Graz), il Comitato olimpico internazionale scioglierà le riserve a settembre 2019 nella sessione che si terrà proprio a Milano, ed è già pensando alla «fase 2» che il capoluogo ha deciso di mettere in gioco i proprio luoghi simbolo.
Uno su tutti: piazza Duomo. É qui che verrebbe allestita la «Medal Plaza», il luogo dove ogni sera si svolgono in media 4/6 premiazioni, una passerella decisamente suggestiva per i campioni e gli appassionati in arrivo dall'estero. Come potrebbe rivelarsi vincente la localizzazione delle 4 «fan zone», i luoghi dove si tengono eventi e incontri per i tifosi. Verranno allestite al Castello Sforzesco (in una prima fase il parco Sempione era stato ipotizzato come sede per le gare di sci di fondo), in Darsena e sotto i grattacieli più fotografati del momento, ossia in piazza Tre Torri a Citylife e in piazza Gae Aulenti a Porta Nuova.
Confermata l'ipotesi del triangolare Milano-Valtellina-Sankt Moritz per le gare. A Bormio e a Santa Caterina Valfurva si concentrerebbero le competizioni di sci alpino, in Svizzera quelle di bob e le gare di salto con il trampolino, a Sondalo il villaggio olimpico per la Valtellina. In città i punti clou sono Palalido e una tensostruttura in Fiera per l'hockey su ghiaccio maschile e femminile, Forum di Assago per pattinaggio si ghiaccio e short track, a Santa Giulia il Comune conta di realizzare un «Palaolimpico» da 18mila posti per il pattinaggio d velocità, sull'ex area del Palasharp è previsto un impianto («sponsorizzato» anche dal capogruppo e deputato della Lega Alessandro Morelli) per il curling. Last but not least, il villaggio olimpico. «Sarà uno degli ex scali ferroviari, per noi è fondamentale allestirlo in un luogo ben collegato logisticamente» aveva anticipato ieri il sindaco Beppe Sala. L'ad di Fs Renato Mazzoncini ha prima sostenuto che l'ipotesi più adatta «sarebbe scalo Farini, il più grande con 400mila quadrati di spazio» salvo poi definire «più funzionale Scalo Romana». Ed è l'ipotesi inserita nel dossier.
Sala ha ricordato di aver offerto all'inizio «la disponibilità lavorare insieme a Torino, ma c'era stato un blocco dal sistema torinese e non mi riferisco solo al sindaco, quindi siamo andati avanti da soli. Mi atterrò senza polemiche alla scelta del governo, anche se resto convinto che a soli 12 anni di distanza non è facile che il Cio assegni di nuovo i Giochi a Torino, lavorare in ticket sarebbe stata un'opzione migliore».
E il sindaco ha scelto di non anticipare il dossier né al Consiglio né in conferenza stampa: «La nostra strategia è di tenere bassa la questione, abbia visto anche con Expo quanto più agisce con il basso profilo e non si offre il fianco a possibili polemiche più si hanno possibilità di vittoria». Tempo al tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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