Nel giorno di Flick un ambasciatore al Padiglione Italia

Nel giorno di Flick un ambasciatore al Padiglione Italia

L'assenza del sindaco e commissario straordinario Giuliano Pisapia che ha preferito rimanere a Milano a discutere di coppie di fatto e un'altra fumata nera per la nomina del nuovo commissario del Padiglione Italia da trovare dopo l'addio polemico di Luigi Roth. Un doppio flop a soli 1.012 giorni dall'inaugurazione per l'incontro convocato ieri a Palazzo Chigi (assente anche il premier Mario Monti ancora in Russia) per rilanciare un'Expo che tra polemiche e contrapposizioni stenta a decollare. Presenti l'amministratore delegato della società Giuseppe Sala, il viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia a rappresentare il governo e Giovanni Maria Flick che ha fatto il suo esordio da subcommissario su delega di Pisapia. «Ringrazio il professor Flick per la sua disponibilità a titolo del tutto gratuito - lo stringato comunicato a firma del sindaco che ieri ha improvvisamente sbloccato la nomina - e sono certo che le funzioni di vigilanza, controllo e impulso a lui attribuite saranno per tutti un'ulteriore garanzia per la corretta esecuzione delle opere nei tempi previsti e per il successo di Expo 2015». Un'accelerazione improvvisa sul nome dell'ex guardasigilli e uno schiaffo al consiglio regionale che solo una settimana fa aveva approvato un ordine del giorno in cui si legge che le «specifiche competenze» di Flick a riguardo «sono oggettivamente dubbie e non appare certo la persona più indicata a risolvere una situazione così complessa». E che si va ancor più ingarbugliando se si rischia lo stallo anche solo per scegliere il nome del responsabile del padiglione tricolore. Con governo e Comune decisi a puntare sull'affidabilità di Sala, ma con la Regione di traverso perché contraria a un'eccessiva concentrazione di poteri. E così, dopo la candidatura ufficiosa dell'ex presidente della Triennale Davide Rampello, dalla Regione la richiesta è di affidare l'incarico a un diplomatico di prestigio con esperienza in Expo. Come l'ambasciatore italiano in Cina Attilio Massimo Iannucci su cui ora punta Formigoni. Ma il suo incarico a Pechino scade a dicembre e la nomina, per rispettare l'accordo con il Bie, andrebbe ufficializzata prima. Deciderà Monti al suo ritorno dalla Russia.
Ieri anche il cda di Expo presieduto da Diana Bracco nel quale il rappresentante della Regione Fabio Marazzi è tornato a chiedere chiarimenti sulla gara per la «piastra» affidata con un ribasso considerato eccessivo.

A rispondere l'ad Sala che ha illustrato modalità di affidamento, procedura seguita e «i criteri qualitativi e quantitativi di attribuzione dei relativi punteggi». Elementi sulla base dei quali, si legge in un comunicato, «il cda unanime ha confermato la volontà della Società di procedere all'aggiudicazione definitiva nel più breve tempo possibile».

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