Le nuove regole della Regione aprono lo scontro sul piano moschee del Comune. I paletti vincolanti che il centrodestra intende introdurre (con un Pd che non sembra contrario) mettono chiaramente nel mirino il bando a cui Palazzo Marino lavora da mesi, per concedere tre proprietà comunali (due aree in via Marignano e via Esterle oltre all'ex Palasharp di Lampugnano) alle associazioni che intendono realizzare nuovi luoghi di culto. E la battaglia che si apre fra il Pirellone e Palazzo Marino vede in prima linea Riccardo De Corato, consigliere regionale e comunale di Fratelli d'Italia, che giù si dice pronto a ricorrere al Tar se il Comune non dovesse uniformare il suo provvedimento alle norme della Regione, sia le nuove sia quelle già vigenti: «Nel piano servizi allegato al Pgt - spiega - non c'è niente. Il Comune deve approvare una variante per le tre aree in questione. Lo abbiamo spiegato ma a Palazzo Marino non ne parlano». De Corato fa riferimento alla legge regionale, secondo la quale la realizzazione di nuovi luoghi di culto (possibile per confessioni che abbiamo una presenza stabile, diffusa e organizzata) deve essere prevista negli strumenti urbanistici vigenti e in particolare nel piano servizi del Pgt. Ma, oltre all'adozione della variante, De Corato chiede anche alla giunta di rinviare l'adozione del bando (per la cui pubblicazione si parla di domani o lunedì) per uniformarsi alle nuove regole: «Il Comune blocchi la discussione sul bando per la costruzione dei luoghi di culto in attesa delle nuove norme regionali che il Pirellone dovrebbe varare entro fine gennaio», dice. E spiega che non si tratta affatto di regole ostative: «Quelle che andiamo a introdurre - dice - sono regole normalissime, previste per ogni luogo destinato a ospitare attività pubbliche con un certo numero di persone. Mi riferisco alla Vas, col parere delle forze dell'ordine, ma anche alle telecamere, che io per esempio propongo di installare anche davanti al Duomo, per difenderlo dai vandali che abbiamo visto in azione in questi giorni». «Nel caso dei nuovi luoghi di culto - aggiunge - sarebbe una questione di sicurezza, di chi sta dentro e di chi sta fuori».
Ma il Comune non ha alcuna intenzione di fermarsi e rivedere il bando: «Le scelte regionali sui luoghi di culto non cambiano di una virgola il nostro percorso che sarà sempre e ovviamente rispettoso della legge vigente qualunque essa sia - dice l'assessore comunale Pierfrancesco Majorino - Semmai la novità mi pare la marcia indietro sul referendum leghista che è sparito dai radar lombardi».
Intanto, però, Majorino sembra intenzionato ad andare incontro alle richieste della zona 8, che con un voto della maggioranza ha chiesto di ridurre le dimensioni dell'area di Lampugnano, limitandole a quella dell'attuale
tendone. E il presidente di Zona, Simone Zambelli (esponente di Sel), precisa: «I luoghi di culto li vogliamo, anche più numerosi di quelli già messi a bando, l'unica cosa che chiediamo è ridurre la superficie edificabile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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