Pier contro Pier. Nella corsa milanese alla candidatura alle Europee nella liste del Pd alla fine l'ha spuntata il più anziano Pier, ovvero Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare del Comune per la seconda volta. Dopo settimane di riflessioni, ieri mattina il titolare alle Politiche sociali, l'organizzatore dei picnic multietnico dell'anno scorso, ospite d'onore Roberto Saviano, della marcia «People» del 2 marzo, che ha visto sfilare 200mila persone. Insomma il paladino della Milano buona, aperta, e accogliente ieri agli Stati generali di Palazzo Marino organizzati dall'associazione Cronisti in Comune ha sciolto le riserve e ha annunciato «la sua disponibilità a correre per il partito» nel collegio Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Val d'Aosta e Liguria). Secondo voci di corridoio, mentre Pier «il giovane» ovvero Pierfrancesco Maran, assessore all'Urbanistica di Palazzo Marino e assessore alla Mobilità nella giunta Pisapia stava già scaldando i motori per la gara verso Strasburgo, sembra che Pier «il vecchio» all'inizio fosse meno entusiasta dell'ordine di scuderia ricevuto.
Detto ciò in gioco ci sono anche i destini, o meglio, il futuro della sinistra italiana ed europea, ridotta a fantasma: «Sono convinto che si debba dare tutti il massimo e metterci la faccia per far vincere l'Europa democratica e contrastare la logica dell'Europa dell'odio - commentava ieri Majorino -. Se posso dare una mano in questo senso.. Sarà il Pd a scegliere attraverso i suoi organismi se sarò presente in lista o meno, e saranno gli elettori a decidere» ha precisato. Certamente Majorino un folto gruppo di simpatizzanti a Milano ce l'ha e di questo è ben consapevole il sindaco Beppe Sala che un paio di mesi fa aveva dato la sua «benedizione» all'eventuale candidatura di componenti della giunta.
Non solo, da un eventuale buon risultato in Europa, dipenderebbe anche un riscatto per la sinistra italiana, il ragionamento. Un motivo di «orgoglio» il poter portare il modello Milano e quanto fatto, soprattutto in tema di accoglienza e immigrazione in Italia fin ora, a Strasburgo: «Milano è pronta a raccontare all'Italia una buona esperienza di governo fatta dal 2011, sia con Pisapia che con Sala» e tentare dall'Europa di dare una mano alla città». «Non è semplicissimo passare, ed è un traguardo tutto da conquistare - ha commentato il sindaco- quindi quello che fa è un atto di coraggio». Sala ha dato atto all'assessore di «essere cresciuto molto, quindi il mio aiuto andrà certamente a lui. E non è solo una questione di affetto, perché in giunta si è sempre comportato in modo corretto, ma anche un'attestazione di valore: è una persona radicale nelle idee ma anche molto con la testa sulle spalle, In ogni caso io lo supporterò».
Majorino tra l'altro potrebbe proprio essere in lista con Pisapia capolista, Mercedes Bresso, Brando Benifei, Patrizia Toia. «Ancora tutto da definire - spiegano dal Pd milanese - la definizione delle liste tiene conto di diversi criteri: ovvero la parità di genere, la rappresentanza del territorio e scelte politiche». Forse il fatto che l'ex presidente della provincia Filippo Penati due giorni fa abbia dichiarato di non aver rinnovato la tessera di partito, si spiega con il fatto di non essere stato messo in lista.
«Credo che sia molto importante il fatto che Zingaretti stia cercando di costruire una lista aperta, fatta di storie diverse tra loro mi piace molto ed è stato un aspetto che mi ha molto motivato» conclude il neo candidato.
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