Nella trappola dell'ascensore: morto dopo un volo di 6 piani

L'uomo stava riparando l'impianto in un condominio a Limbiate Portato d'urgenza all'ospedale Humanitas, non ce l'ha fatta

Dopo 24 ore di risicate speranze e preghiere accorate della sua famiglia giovedì pomeriggio è morto alla clinica «Humanitas» di Rozzano Giuseppe Panin, 42 anni, brianzolo residente a Seregno (Monza). L'operaio intorno alle 16.30, stava facendo dei lavori di manutenzione (sostituzione di pulegge, ndr ) per conto di una ditta specializzata di Limbiate sul tetto di un ascensore fermo al sesto e ultimo piano dello stabile di piazza della Repubblica 1, nel centro di Limbiate. All'improvviso la cabina si è spostata e si è sganciata, precipitando nel vuoto, con lui sempre sopra il tetto. Un volo di 15 metri durante il quale l'uomo - che non ha mai perso conoscenza - è rimasto intrappolato nel pozzo dell'ascensore: per liberarlo sono arrivati i vigili del fuoco del nucleo specializzato nei recuperi speleologici che in pochi minuti lo hanno tirato fuori.

A causa delle gravi lesioni rimediate nella caduta da subito le condizioni del poveretto erano apparse gravissime agli operatori del 118 che hanno utilizzato l'elisoccorso per trasportarlo il più velocemente possibile da Limbiate all'Humanitas: la violenza dell'impatto contro le lamiere dell'ascensore gli aveva provocato infatti una serie di brutte fratture alle gambe di pericolose ferite interne. Purtroppo con il passare delle ore il quadro clinico è precipitato e Panin è finito in coma. I medici hanno fatto l'impossibile, ma non sono riusciti a sanare tutte le emorragie interne dell'operaio che ieri mattina se n'è andato. L'uomo lascia moglie e figli.

L'ispettorato del lavoro dell'Asl di Monza ha effettuato un sopralluogo nello stabile di Limbiate per controllare che tutte le regole di sicurezza fossero state rispettate. Sull'episodio il Tribunale di Monza ha comunque aperto un'inchiesta e a indagare sull'accaduto, su come sia potuto sganciare, sono i carabinieri della compagnia di Desio che erano intervenuti nell'immediato sul posto.

Un incidente sul lavoro, soprattutto quando si porta dietro una grossa disgrazia, non è mai solo un grave fatto di cronaca. Coinvolge tutti noi. Che ci serviamo ogni giorno e in continuazione di apparecchiature ormai considerate di uso comune, parte integrante della nostra esistenza. Come ascensori e montacarichi. Nel novembre del 2000 quel che è accaduto al povero Panin mercoledì a Limbiate era successo ad Assago nel centro direzionale di Milano Fiori (zona sud ovest della città) a un 41enne che si chiamava Massimo Bertasa e abitava a Cologno Monzese.

L'uomo, contitolare di una ditta specializzata in trasporti espresso, la Valber service srl di Pioltello, aveva perso la vita proprio precipitando nel vuoto mentre era su un montacarichi. L'apparecchio sul quale viaggiava, infatti, si trova in una società di consulenza informatica e Bertasa era impegnato in un semplicissimo trasloco.

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