Benito Mussolini, il gerarca fascista Roberto Farinacci e i caduti della Repubblica di Salò sono stati commemorati ieri al cimitero di Cremona, nonostante il veto del sindaco Gianluca Galimberti. Le forze dell'ordine hanno scortato circa quaranta neo fascisti, durante la messa celebrata in latino da don Floriano Abrahamowicz davanti alla tomba dei «camerati» e terminata davanti alla tomba di Farinacci tra bandiere della Rsi, saluti romani e canti fascisti. Gian Alberto D'Angelo, portavoce del Comitato onoranze cremonesi della Repubblica sociale italiana, ha espresso la sua «incondizionata solidarietà a quei camerati laziali che hanno esposto in prossimità di piazzale Loreto a Milano lo striscione in onore di Mussolini». Il 25 aprile, il giorno dopo l'episodio milanese, sono state identificate 29 persone di cui 9 denunciate per «manifestazione fascista».
Sempre a Cremona, davanti alla sede dell'Anpi, ieri mattina è apparsa la scritta «Sede delle zecche» con accanto una croce celtica.
«Ho l'impressione che non sia una questione specifica di Cremona, ma che si rifletta una certa situazione qui come a Milano» ha spiegato il presidente dell'Anpi locale Giancarlo Corada. «Vorremmo che le istituzioni fossero più incisive nell'evitare certe cose».
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