Nessun apparentamento. Né a Monza, né a Como, né a Sesto san Giovanni, i comuni più importanti chiamati al ballottaggio domenica e lunedì prossimi. Ieri sono scaduti i termini e a nulla sono valsi i tanti tentativi dei vertici del Pdl per convincere la Lega e lUdc a ricostruire le alleanze del centrodestra che tante volte, soprattutto in Lombardia, sono servite a evitare lavanzata delle sinistre. Perché sul tavolo Roberto Maroni ha posto un poco praticabile ritiro del «sostegno al governo Monti, si voti a ottobre». E così da oggi comincia loffensiva diplomatica per conquistare i voti degli elettori moderati rimasti senza un candidato di riferimento. Nel quartier generale del Pdl si sono succedute le riunioni per elaborare la nuova strategia. Sfumata la possibilità di una chiusura di campagna elettorale in piazza a Monza, Silvio Berlusconi ha preferito una cena a villa Gernetto con opinion leader e imprenditori brianzoli e lombardi. Da appoggiare ci sono a Monza Andrea Mandelli, il presidente dei farmacisti italiani, la professoressa di storia economica antica allUniversità Cattolica Franca Landucci che cercherà di ribaltare il risultato del primo turno a Sesto, così come Laura Bordoli a Como. «Ai ballottaggi - ha suonato la carica il coordinatore nazionale Ignazio La Russa - si ricomincia da zero. Io non credo agli apparentamenti ufficiali. Però il Pdl è il contenitore di tutti gli italiani che non vogliono consegnare la propria città a un governo di sinistra». E proprio su questo punterà Mandelli con il suo richiamo agli elettori, ricordando il rischio che tra le «sinistre» che potrebbero amministrare Monza ci sono anche quelle «estreme». Appello, dunque, ai leghisti che domenica scorsa hanno consegnato l11,23 per cento dei consensi al borgomastro uscente Marco Mariani. Il primo ad aver cercato fino allultimo di convincere il lìder màximo Umberto Bossi a riproporre lalleanza con il Pdl che cinque anni fa consentì di strappare Monza alla sinistra. Ma da convincere ci saranno anche quei quattro elettori su dieci che al primo turno hanno deciso di rimanere a casa. «La verità - spiega un colonnello del Pdl - è che a sinistra hanno già fatto il pieno dei voti, mentre il Pdl tra Lega e Udc può aggregare ancora molti moderati. E che la maggior parte delle liste civiche non entrate nei cartelli elettorali della sinistra, sono tendenzialmente di centrodestra». Tredici i comuni ancora in ballo, dieci in provincia di Milano e tre in Brianza. In otto casi la sfida è tra centrosinistra e centrodestra, in due Lega contro il Pd che in altrettanti casi se la dovrà vedere con liste civiche.
Con Roberto Formigoni che già pensa al futuro. «Nel 2013 dobbiamo essere pronti con nuove alleanze e mi auguro si possa tornare a dialogare con la Lega in vista delle elezioni nazionali». Non solo.
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