Neurologia, quei cervelli in fuga all'estero

Una volta all'anno finiscono in vetrina. Alla Statale di Milano è stata dedicata loro un'intera locandina intitolata: «Quarta giornata dello specializzando in neurologia». Un bell'onore rispetto a molti colleghi di altre specialità. E questo è dovuto allo spirito di iniziativa del direttore della scuola di specializzazione della Statale di Milano e primario di Neurologia presso il Policlinico di San Donato, Giovanni Meola che segue, stimola e supporta i suoi allievi.

Questo piccolo esercito di missionari della medicina (un centinaio in tutta la Lombardia) tutto l'anno lavora sodo, prende lo stipendio di una colf e spera di cambiare il corso della storia della medicina. Ha scelto neurologia, branchia delicatissima come il nostro cervello, capace di mille bizze. E di mille sorprese. Grazie a gente come loro, per esempio, tra qualche anno migliaia di vite umane potranno sorridere alla vita lasciandosi alle spalle una brutta malattia. Si chiama distrofia miotonica colpisce a tutte le età, congenita, infantile, giovanile, età senile. E sta per essere sconfitta. «Entro due o tre anni potremmo estirpare la patologia alla radice. Negli Usa è già partita la fase uno e due di sperimentazione della terapia genica e i risultati sono molto promettenti - esulta il professor Meola - Anche in Italia siamo pronti. Ho ottenuto un finanziamento del ministero della Salute con cui abbiamo creato un registro nazionale che si prefigge di arruolare entro la fine dell'anno 1000 malati. Poi si comincia con la sperimentazione». Meola è orgoglioso di questa iniziativa. E gli specializzandi di oggi potranno ottenere risultati analoghi un domani. Ma a certe condizioni. «Li stimolo ad andare all'estero: sia durante gli anni di specializzazione (lo possono fare e sono pagati fino a 18 mesi) sia alla fine del corso. Fuori i confini nazionali è tutto più facile: al medico si lascia più spazio per l'aggiornamento e per la ricerca». Meola elenca altri vantaggi: il doppio dello stipendio, tanto per cominciare. «All'estero uno specializzando prende circa 40 mila euro, qui poco più che la metà».

Insomma, se in Italia ci sono ottime scuole, all'estero ci sono ottimi centri di ricerca che accolgono a braccia aperte i cervelli nostrani che non siamo capaci di valorizzare.

Emigrare, sì, ma dove? «Londra, Parigi e New York. Circa il 10-15% di quelli che si trasferiscono non tornano più». Le parole di Meola sono indirizzate alla platea degli studiosi in Statale che sono arrivati al convegno dalle cinque università lombarde: oltre che dalla Statale, dalla Bicocca, Pavia, San Raffaele, Brescia, Insubria. Ognuno dei partecipanti affronta un'area specifica della neurologia e offre il proprio contributo scientifico. Il professor Meola ha scelto le aree tematiche più importanti da cui hanno tratto spunto. E alla fine i giovani trascorrono la giornata discutendo di malattie cerebro vascolari, epilessie e cefalee, demenze, malattie neuro muscolari, malattie demielinizzanti, morbo di Parkinson. Patologie gravi e sempre più diffuse tra la popolazione italiana. Ma sottostimate e sottopagate dal Ssn. «Per l'idrocefalo, un intervento dove si deve applicare un semplice catetere, il Ssn paga ad un ospedale circa 9 mila euro – spiega Meola -.

Una diagnosi di distrofia miotonica, che richiede esami molto complessi, viene invece rimborsato solo 2-3 mila euro. Noi facciamo uno sforzo incredibile per la diagnosi di una malattia neurologica però si preferisce la chirurgia. E' ora di riequilibrare le tariffe e riconoscere alla disciplina medica la dignità che gli spetta».

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