Sull'Imu «sono convinto che ci sarà un ripensamento del Governo» dichiarava fiducioso in mattinata il sindaco Giuliano Pisapia - dopo aver paventato lo scontro istituzionale - a chi gli chiedeva se stesse valutando possibili azioni legali. Mentre dagli uffici di piazza Scala si interpretava ottimisticamente come un segnale di apertura alle richieste dell'Anci la «rimodulazione» delle quote dei rimborsi. Sembra che il decreto legge, che dovrebbe venire pubblicato in Gazzetta questa mattina, preveda a carico dei proprietari di prima casa il 40% della differenza tra quanto previsto dallo Stato e l'incremento fissato dai municipi e non più il 50%. Tradotto: Palazzo Marino dovrebbe restituire a Roma «solo» 44 milioni invece di 55. Ma la situazione si complica. L'altra variabile emersa ieri tra le righe della bozza prevede che saranno chiamati a rimborsare il governo molti più comuni rispetto alle previsioni, ovvero tutti i comuni che hanno l'aliquota superiore allo 0,4% indipendentemente da quando è scattato l'aumento.
Un ottimismo non giustificato visto che tra poco più di un mese l'ennesima stangata si abbatterà sulle spalle dei milanesi. Come ricorda il capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo de Corato «siamo a dicembre e non c'è più tempo. Il Sindaco dia elementi concreti o si dimetta. Se non sarà risanata l' ingiustizia dell'Imu faremo ostruzionismo sul bilancio».
Chiede maggiore coerenza da parte del primo cittadino il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo che si dice non disposto a votare l'eventuale provvedimento di reintroduzione della tassa cancellata. «Pisapia dice che è pronto a sfiduciare il governo e a uno strappo istituzionale? Bene - incalza Rizzo - bisogna far seguire gli atti a queste dichiarazioni perché non si può far finta di nulla davanti ai milanesi». Ovvero? «I rappresentanti di Palazzo Marino non si presentino alla Prima della Scala dove è atteso il premier Letta per dare un segnale forte al governo. Chiamiamo a raccolta i milanesi in piazza Scala il 7 dicembre per protestare». Ma se queste sono provocazioni da parte del rappresentante della sinistra radicale molto più seria e preoccupante è la sua proposta alternativa. «Se il Comune avrà mano libera di scegliere come restituire a Roma i 44 milioni di euro - spiega - allora perché non tassiamo i proprietari che hanno redditi stellari?». E snocciola i dati: «Diecimila milanesi hanno dichiarato un reddito annuo tra 120 e 12 milioni di euro, cento tra 1 e 12 milioni, mille tra 430mila euro e 12 milioni: chiediamo a loro di fare dei sacrifici».
Diversa la proposta di Riccardo de Corato che punta al «tesoretto» di Expo: «Ci sono 68 milioni del Comune destinati a Expo: Pisapia prenda questi soldi e li giri sulla partita dell'imposta prima casa.
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