Il centro islamico di Sesto San Giovanni non avrà il palazzetto cittadino per la festa del sacrificio. Lo ha stabilito il gestore e confermato il Comune, rigettando la richiesta arrivata (troppo tardi) dalla comunità musulmana.
La ricorrenza religiosa, prevista quest'anno per il 1° settembre, ricorda il sacrificio che fece il profeta Abramo, messo alla prova da Dio che gli chiese di sacrificare suo figlio. La festa è la seconda più importante nel calendario musulmano dopo «Aid al-fitr», che chiude il mese di Ramadan. In ogni città le comunità musulmane si organizzano per l'evento e a Sesto il centro islamico locale ha richiesto la possibilità di utilizzare il Palasesto (circa 4.500 posti) ricevendo un diniego, che l'Amministrazione comunale spiega così: «Il centro islamico di Sesto San Giovanni ha richiesto la possibilità di utilizzare il Palasesto per la Festa del Sacrificio (Id Al Adha, detta anche Festa dello Sgozzamento) nella data del 1 settembre. Il gestore del palazzetto ha risposto che per ottenere la struttura, lo spazio andava prenotato con un anticipo di 60 giorni come scritto chiaramente nelle norme».
La scelta di fermezza del gestore è chiaramente piaciuta al Comune, che non intende intervenire in alcun modo per cambiarla, come spiega il sindaco di Sesto, Roberto Di Stefano, in carica dalle elezioni comunali di giugno, le prime vinte nella cittadina (ex) rossa da una maggioranza non di sinistra (l'esponente azzurro guida una coalizione formata da un polo civica alleato con i partiti di centrodestra). «Come Comune - spiega il sindaco - non concederemo una deroga perché riteniamo basilare il rispetto delle regole. E in questo caso la richiesta del centro islamico è arrivata tardivamente rispetto a quanto previsto dalla norme vigenti». «Allo stesso tempo - prosegue il primo cittadino sestese - ricordiamo che il Centro islamico ha gravi inadempienze rispetto agli impegni assunti nelle convenzioni degli anni precedenti per la realizzazione della moschea in via Luini, con un mancato pagamento di 320mila euro al Comune di Sesto San Giovanni».
La vicenda si intreccia con il progetto della mega moschea, la più grande della Lombardia, che Di Stefano ha bloccato poco più di un mese fa, revocando l'ok che al progetto era stato dato dalle amministrazioni precedenti, a guida Pd. Il mancato versamento della somma era una delle contestazioni che il Comune ha formalizzato nella delibera che ha bloccato tutto. «Inoltre - aggiunge il sindaco - nonostante la mia richiesta avanzata da oltre un mese, non ho ancora ricevuto i bilanci del centro islamico per comprendere la provenienza dei finanziamenti al Centro, una questione basilare visti i forti e gravi dubbi che sono sorti» (il sindaco si riferisce a presunti possibili finanziamenti esteri). «Di fronte ad accordi non rispettati e documenti importanti mai consegnati - prosegue Di Stefano - sarebbe assurdo concedere una deroga a chi da tempo e ripetutamente non rispetta le norme. L'iniziativa, con la richiesta di utilizzo di una struttura così grande, sembra rivolta a fedeli non solo di Sesto ma di gran parte della provincia: anche per questo non riteniamo Sesto San Giovanni la città adatta per queste grandi iniziative che potrebbero essere tenute in contesti e realtà più grandi, a partire da Milano». Insomma, rispetto delle regole e numeri contenuti.
E «anticipo già - conclude il sindaco - che eventuali polemiche sarebbero da ritenersi del tutto strumentali, infatti di fronte a irregolarità nei rapporti con il Comune sarebbe grave e ingiusto concedere deroghe o trattamenti di favore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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