Niente villaggio per i disabili

La fondazione «Alessio Tavecchio» ha un sogno: costruire un villaggio per i disabili a Monza, un centro polifunzionale dove si faccia riabilitazione, formazione, dove si assicuri sostegno alle persone con disabilità. E dove ci sia anche una residenza per anziani. Il terreno c'è già: 12mila metri quadrati di proprietà della fondazione. Fino a poco tempo fa c'era anche un finanziatore privato, che era disposto a investire 20 milioni di euro per costruire il villaggio ma che si è tirato indietro a causa delle lungaggini burocratiche.
Già, perché l'amministrazione comunale di Monza, pur avendo sottoscritto una delibera (nel giugno del 2012) in cui manifestava il proprio interesse verso l'opera, si è barricata dietro un silenzio che fa da ostacolo più di mille barriere architettoniche. «Il Comune - denunciano i volontari della onlus Tavecchio - ci ha abbandonati, senza dare alcuna risposta alla nostra proposta. Per questo abbiamo perso il partner finanziario e stiamo cercando un nuovo investitore». Ma per trovarlo serve almeno un «sì» da parte della giunta per ridare appeal al progetto e per sbloccare il futuro del villaggio che, tra l'altro, sarebbe a costo zero per l'amministrazione. Dal Comune insomma si aspetta solo qualche firma sui documenti corredata da qualche risposta «urbanistica».
La giunta, avendo azzerato la variante al piano di governo di territorio, ha reso l'area «temporaneamente non edificabile» in attesa di un nuovo piano, che potrebbe arrivare entro la fine del 2014. «Quindi fino a quel giorno non conosceremo nemmeno la destinazione urbanistica del nostro terreno». I volontari non si sono arresi e hanno cercato di sciogliere in qualche modo la matassa amministrativa. «Abbiamo presentato al Comune - spiegano - una richiesta per costruire in deroga su 500 metri quadri. Giusto per poter continuare le nostre attività sociali». Si tratta di attività rivolte a persone disabili e anziani, dal sostegno psicologico a progetti di reinserimento lavorativo, dall'assistenza legale all'educazione stradale. Tuttavia il Comune ha risposto picche.
Alessio Tavecchio ha anche scritto di suo pugno una lettera ai consiglieri monzesi chiedendo un incontro. «Credetemi se vi dico che io e tutti gli amici della fondazione andremo avanti fino in fondo e non ci fermeremo davanti a nessun diniego. È anche una questione di rispetto verso i monzesi che ci hanno devoluto il loro 5 per mille». La tenacia non gli manca. Lui, sulla sedia a rotelle a causa di un brutto incidente in moto, ha la grinta dell'atleta: ha vinto i campionati italiani di nuoto e partecipato alle paralimpiadi di Atlanta nel 1996. Figuriamoci se si fa fermare da una battaglia burocratica.


Intanto entro l'anno prossimo la fondazione dovrà lasciare gli uffici in cui ha sede e rischia di restare senza casa. Al momento, e da oltre 5 anni, i volontari sono ospitati gratuitamente in alcune stanze della multinazionale Cisco System ma quei locali a breve non saranno più disponibili.

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