A Niguarda i soldati c'erano La sinistra li ha mandati via

Si poteva fermare? Questa è la domanda che assilla tutti. Mada Kabobo all'alba di sabato ha assalito a colpi di spranga e piccone i passanti incontrati lungo il suo folle cammino. Ma poteva essere fermato prima che seminasse tutto questo orrore? Ieri mattina alle 10 e 50 i medici dell'ospedale Niguarda hanno purtroppo riscontrato la morte celebrale di Daniele Carella, 21 anni, una delle cinque persone aggredite dal ghanese, immigrato irregolare in Italia. Il giovane Daniele, senza alcuna colpa come gli altri, era stato colpito (alla nuca) da Kabobo in via Monte Rotondo, mentre aspettava il padre per aiutarlo come ogni mattina nel suo lavoro. Il quarantenne Alessandro Carolè era morto sabato. Fra i feriti, in gravi condizioni resta Ermanno Masini, di 64 anni.
Il quartiere è comprensibilmente sconvolto da una tale barbarie. E si chiede se una tragedia così assurda poteva essere evitata con una risposta più rapida. Oggi alle 19 i consiglieri di zona del Pdl raccoglieranno firme per chiedere un consiglio straordinario dedicato alla sicurezza. Parlano dell'«ennesimo grave crimine in zona 9». E collegando i fatti di piazza Belloveso e via Monterotondo a un allarme criminalità che sarebbe già stato oggetto di allarmi e segnalazioni. Che ci sia da anni un problema nel quartiere (peraltro molto grande) lo dice Alessandro Fede Pellone, capogruppo del Pdl ed ex consigliere regionale. «In zona ci sono case occupate, con i noti problemi di spaccio e criminalità». In effetti, ripercorrendo la vicenda dell'operazione «Strade sicure» emerge che Niguarda era stata oggetto, come molte altre aree, di un controllo delle pattuglie miste militari-forze dell'ordine. Lo ricorda l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, che da responsabile delle Sicurezza a Palazzo Marino aveva seguito l'operazione, dispiegata nel 2008 anche a Milano, e successivamente consolidata con rinforzi di uomini e mezzi. Stando alle cronache che in quei mesi furono dedicate alla presenza dei militari (accolti con grande favore dalla popolazione) Niguarda non faceva parte del primo nucleo di zone presidiate, ma già dal 2008 arrivarono le richieste dal quartiere. E nel 2009 viale Testi fu inserita in elenco di nuove strade da presidiare. «Le pattuglie a Niguarda c'erano - conferma De Corato, che oggi è vicepresidente del Consiglio comunale - il tragitto di quelle pattuglie andava da viale Ca' Granda a viale Suzzani a Viale Testi. Pochi minuti di distanza dalla zona di cui parliamo». Come noto, i militari nelle strade non ci sono più, sostanzialmente rifiutati da Palazzo Marino. Il sindaco, Giuliano Pisapia, tuttavia respinge le polemiche politiche: «Se non si restituiscono risorse a chi ha il compito di evitare o limitare i reati e arginare la criminalità sul territorio - ha detto - non riusciremo mai ad uscire da una spirale troppo spesso strumentalizzata per fini politici e non per finalità positive nell'interesse della collettività».

Ma De Corato parla di «faccia tosta»: «Pisapia ha parlato di ritorno di risorse per forze dell'ordine, lo invitiamo a non lamentarsi, come fa in questi casi, ma visto che nella nostra città si continua a morire, lavori per far ritornare quei 434 uomini in divisa»

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