Il via libera all'accordo di programma sulla riqualificazione dell'ex area di Arese arriva in mezzo ai cori da stadio del centro sociale La Fornace di Rho, a un tentato blitz nel consiglio comunale di Lainate e a trenta agenti in tenuta antisommossa, a uno scontro sfiorato per un soffio. Ma arriva. Dopo l'irruzione in aula di venerdì scorso, stavolta i dissidenti sono stati bloccati, a fatica, all'ingresso.
Parte quindi il piano per la costruzione di una città nella città, un progetto da 800 milioni di euro che porta vantaggi a tutto il territorio. E che riqualifica un'area dismessa da ben 17 anni. Non viene disboscato nulla, non si toccano aree verdi ma un polo industriale che non conosce gloria dai tempi, lontani, dell'Alfa Romeo.
Anche se gli attivisti dei centri sociali sostengono il contrario, i cantieri per costruire il «villaggio» porteranno lavoro a duemila persone, dando la priorità a chi è in cassa integrazione e ai giovani senza un'occupazione. E poi ci saranno le assunzioni al centro commerciale. Grazie ai lavori sull'area di proprietà della società Particom Uno, Aglar e Tea ci saranno oneri di urbanizzazione che permetteranno di costruire biblioteca e caserma, riqualificare il centro sportivo e migliorare i collegamenti con Rho e con la metro rossa. Insomma, Arese e Lainate potranno arrivare ad Expo con un nuovo smalto, impossibile senza il via libera di ieri.
Ma questo i dissidenti dei centri sociali non lo capiscono, o fanno finta di non capirlo.
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