Maria Sorbi
Mai come stavolta le amministrative di Milano si rivelano le elezioni dei giovani. Tra i più votati, in Consiglio e nelle zone, ci sono anche parecchi volti nuovi, dell'86, dell'89. Tra questi Marco Bestetti, 28 anni, il «golden boy» cresciuto a Baggio e finito sul palco con Silvio Berlusconi al teatro Dal Verme. Eletto al primo turno come presidente di zona 7, è anche presidente dei Giovani di Forza Italia.
Bestetti, a cosa è dovuto il successo dei giovani?
«Rappresentiamo la forza della normalità. Arriviamo dietro ai banchi politici con assoluto spirito di servizio e senza montarci la testa».
Quindi è finita la politica dei proclami?
«Basta battibecchi inutili, basta ideologie fini a se stesse. Dobbiamo capire che la gente vuole risposte concrete ai problemi. Per questo il modello Parisi, che ha un modo molto pragmatico di fare politica, funziona».
Possiamo parlare di rottamazione della classe dirigente?
«Quel termine lasciamolo ai renziani. Piuttosto parliamo di rinnovamento. Tra noi ragazzi c'è tanta voglia di spendersi e darsi da fare per la città».
Da militanti nei gazebo a consiglieri.
«Per tanti di noi si. Non arriviamo da Marte ma da esperienze nei consigli di zona, nei gruppi di giovani. Siamo giovani ma siamo anche preparati».
Qualche giovane promessa?
«Pietro Tatarella ha avuto un gran successo con oltre 5.500 preferenze. Così come Antonio Salinari, eletto in zona 7. E poi ha avuto un bell'exploit Samuele Piscina, della Lega».
Poco successo per i figli dei vip, da Veronesi al figlio della Bignardi.
«La gente vuole persone normali, che arrivano dalle periferie, non dai salotti televisivi».
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