«Noi, gli ultimi maestri del trompe-l'oeil un'arte dimenticata»

Coppia di artigiani dipinge ancora a mano libera per ville e yacht. «Ma a teatro è finita»

«Noi, gli ultimi maestri  del trompe-l'oeil un'arte dimenticata»

«Dipingere a fresco è il più maestevole e bello perché consiste nel fare in un giorno solo quello che negli altri modi si può in molti ritoccare sopra il lavorato». Così Giorgio Vasari, alla metà del Cinquecento, descriveva le incredibili virtù del «dipingere in muro», tecnica mirabile che ha permesso di mantenere intatti nei secoli capolavori monumentali some la Cappella Sistina. Una tecnica praticamente scomparsa, come quasi scomparsi sono i suoi «epigoni» di era moderna, artisti ed artigiani dei tromp l'oeil chiamati ad eseguire opere e decorazioni pittoriche per interni e soffitti delle magioni private o per le grandi scenografie teatrali. «Quasi» scomparsi, appunto. A Milano una coppia di figli d'arte, Paolo Larici ed Elena Palossi, perpetuano la tecnica della grande pittura murale a mano libera ormai quasi completamente soppiantata, anche nei teatri, dalle tecnologie digitali e dalle proiezioni fotografiche e video. «Ormai siamo vere e proprie mosche bianche - dice Larici, che con la moglie Paola ha fondato agli inizi degli anni '90 il laboratorio Larghe Vedute in zona Ticinese - Eppure proprio il teatro è stato fin dall'inizio la grande fabbrica dove mettere in pratica, sui fondali, gli insegnamenti di grandi maestri che ci insegnarono anche l'antica arte dell'affresco. Custodisco ancora gelosamente un raro esemplare della bibbia di questa tecnica, il Trattato della Pittura di Cennino Cennini». Oggi il mercato e le committenze sono completamente cambiate, ma c'è ancora chi è alla ricerca di maestri in grado di eseguire opere murali di grandi dimensioni nelle ville private e persino sulle navi. E anche la tecnica si è adeguata. «Oggi il tempo è poco, e sarebbe impensabile eseguire in loco progetti pittorici che potrebbero durare mesi o addirittura anni. Ora, dopo i rilievi e i bozzetti su cartoni giganti, eseguiamo i dipinti su grandi tele in laboratorio che poi applichiamo con colle speciali su qualunque superficie, pareti o soffitti». Rispetto al passato, i clienti dei moderni «affrescatori» sono architetti, buyer, aziende e privati. Non solo proprietari benestanti perchè, spiega Larici, «le nuove tecniche e i nuovi supporti permettono di contenere i costi». Rispetto ai tromp l'oeil di vecchia generazione, noti per rappresentazioni che illudevano l'occhio con false prospettive, oggi la richiesta è soprattutto di composizioni vegetali di gusto mediterraneo. Quest'anno, durante la Design week, due loro «hand painted wallpapers» con giardini segreti e foreste tropicali sono stati premiati tra le «10 cose da ricordare» di questa edizione del Fuorisalone. Indimenticabile fu però la loro collaborazione con lo stilista Gianni Versace nel lontano 1992. «Allora assistevamo Giorgio Cristini, il grande scenografo della Scala. Dovevamo realizzare uno dei pavimenti per la sfilata di Versace all'Hotel Ritz di Parigi. Cristini si ammalò e noi preparammo una scenografia a mosaico con volute classiche e teste di Medusa con i toni dell'oro e del nero. Versace approvò il progetto per la pedana della sfilata e successivamente ci affidò altre commissioni pittoriche per la casa di via del Gesù e anche per la villa di Miami, dove abbiamo rivestito pareti e armadi con le icone che amava di più, quelli della classicità greca e romana».

Per il teatro, invece, strinsero un sodalizio con l'attrice Valeria Moriconi e ed eseguirono scenografie importanti per il Teatro Stabile delle Marche e per il Teatro delle Cave di Sirolo. Tra queste, i memorabili fondali per «Il Vascello Fantasma» di Wagner.

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