Nomadi, il governo «censura» il Carroccio

Il governo «censura» Igor Iezzi. Il consigliere comunale della Lega quando ha ricevuto giorno fa la lettera intestata «Presidenza del Consiglio dei ministri» (dipartimento Pari opportunità, ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) si è quasi sentito onorato da tanta attenzione. Meno a leggere i toni gravi della missiva datata 24 gennaio. Tutto nasce da un articolo pubblicato a novembre sul sito del Redattore sociale. Titolo: «Dalle microaree alle case popolari: Milano discute le alternative ai “campi nomadi“». Si discute del nuovo piano nomadi approvato dal Comune nei mesi scorsi, dei 5 milioni di euro inseriti nel vecchio piano Maroni-Moratti per superare i campi congelati da una sentenza del Consiglio di Stato ma in via di sblocco. E Diana Pavlovic, rappresentante della Consulta rom creata da Pisapia, sollecitava l'investimento dei fondi in «progetti di autocostruzione, delle microaree a conduzione rom», ma il piano del Comune prevede anche «l'assegnazione di case popolari alle famiglie che ne hanno fatto richiesta». Il leghista Iezzi invece la definiva «folle l'idea delle case Aler ai nomadi, chi entra fra loro toglie un alloggio ai milanesi». Ma da Roma l'Unar avverte Iezzi che è arrivata «una segnalazione» sulle sue affermazioni, e poichè è compito dell'ufficio governativo «contribuire alla rimozione di tutto ciò che può indurre atteggiamenti xenofobi e razzisti», invita il leghista a «non alimentare stereotipi e atteggiamenti negativi ne confronti della popolazione rom e sinti che possono creare conflittualità tra i diversi gruppi etnici».

Iezzi non cambia opinione: «I burocrati dei palazzi romani non sanno cosa vuol dire vivere nelle case popolari con i rom, noi andiamo avanti e con Maroni presidente in Regione modificheremo il sistema di assegnazioni».

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