La città di Milano non ha impianti a norma per ospitare un Campionato del Mondo, figuriamoci un'Olimpiade. E allora come mai il presidente della regione Lombardia si è espresso in modo favorevole verso un'eventuale candidatura di Milano come sede dei Giochi del 2028? L'interrogativo è d'obbligo.
Anche perché Roma, a differenza di Milano, ha delle strutture sportive di un certo rilievo. Al contrario della città meneghina, che sogna impianti all'altezza e a stento riesce a restare nell'élite europea dello sport grazie a San Siro e al Forum. E l'assessore dello Sport di Milano, l'avvocato Roberta Guaineri, non si nasconde dietro queste evidenti difficoltà. E ammette: «Che Milano abbia un problema di impianti è pacifico. Ma le candidature alle città servono ad investimenti sugli impianti. Quindi non siamo cauti, ma se dovessero esserci anche i fondi ne potremo fare ex novo. Noi ci crediamo, come crediamo a una Milano città a vocazione sportiva internazionale. E se è vero che non abbiamo impianti per campionati del mondo o olimpiadi, abbiamo impianti utilizzati per gli sport di base, in maniera molto efficiente, positiva, che fanno lavoro di inclusione sociale importante, e tutto questo lo stiamo valorizzando».
Lo scorso weekend, per esempio, si è tenuta la settima edizione del Trofeo Città di Milano di nuoto. Ma la piscina Samuele di via Mecenate, nonostante la sua lunga e gloriosa storia alle spalle, non è un impianto adatto ad ospitare una rassegna a cinque cerchi.
E considerato che sotto la Madonnina mancano impianti all'altezza nelle discipline motori delle Olimpiadi, oltre a impianti polifunzionali per tutti gli sport indoor, c'è qualche perplessità. «Non sto difendendo certi impianti. Ma quella delle Olimpiadi può essere una buona occasione per poterli rifare» chiosa la Guaineri.SAr
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