Nella classifica degli hater digitali questo italiano residente in Bulgaria merita probabilmente un piazzamento sul podio. Anche se i suoi difensori hanno eccepito in aula come non sia stato accertato che l'autore del post incriminato fosse effettivamente l'imputato. Di fatto il giudice ha condannato il 51enne per le minacce di morte. Ma, curiosamente, lo ha assolto per l'altra accusa, quella di diffamazione.
Il post finito su Facebook, rivolto a uno dei personaggi più seguiti sui social, è dei più pesanti: «Burioni, tu sei il peggior criminale che esista e se un giorno ne avrò la possibilità sarò felice di farmi l'ergastolo dopo averti ammazzato». Risale al marzo del 2018. A dire il vero prima ancora che l'immunologo diventasse tanto celebre, anche sull'onda dell'emergenza Covid, e bersaglio di molti attacchi e insulti via web. Roberto Burioni ha presentato querela, diventando parte offesa nel procedimento contro l'odiatore da tastiera. L'imputato rispondeva appunto delle accuse di minaccia e diffamazione aggravata. I suoi legali d'ufficio, gli avvocati Niccolò Vecchioni e Federica Liparoti, hanno sostenuto davanti al giudice della Settima sezione penale Mauro Gallina la mancanza di accertamenti tecnici sull'effettiva corrispondenza tra l'autore del post e l'imputato. Cioè, tra l'identità digitale e l'identità reale. In teoria, hanno argomentato, chiunque poteva nascondersi dietro quell'account e postare quella frase così violenta.
Il giudice ha comunque dato ragione alla Procura e venerdì ha emesso la sentenza. L'uomo è stato condannato a un'ammenda di 1.000 euro per le minacce, ma è stato assolto per la diffamazione.
Eppure per il capo di imputazione il 51enne avrebbe offeso la reputazione di Burioni con l'epiteto «peggior criminale che esista». Nessun reato nello specifico, invece per la Corte. Le motivazioni, che saranno depositate entro 15 giorni, chiariranno il ragionamento alla base della decisione.
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