«Non giurerei sulla rinuncia di Giuliano e Lupi»

Paolo Pillitteri, sindaco socialista dal 1986 al 1991 (alleato con la Dc e nell'87 alla guida di una giunta rosso-verde), come giudica il clima politico milanese di questi giorni?

«Credo che volendo fare un'analisi severa di ciò che attende il centrodestra bisogna partire dalla constatazione della frammentazione deleteria in cui si trova».

Si spieghi meglio...

«Ci sono troppi candidati».

Più che altro fughe in avanti e smentite...

«Che denunciano però lo sfilacciamento della coalizione. Credo che il centrodestra che ha dominato per molti anni con Berlusconi, il duo Albertini - Formigoni e poi la Moratti siano stati punti di riferimento importanti, si era creato un grande consenso. Poi è arrivato il deserto dei tartari...».

Cioè?

«Al centrodestra è mancata un'onda culturale, una visione della città, quella spinta che aveva trovato intorno ai quei personaggi il favore popolare».

Ora?

«La sfida che attende il centrodestra è mettersi di nuovo insieme e trovare una nuova idea di Milano».

Si spieghi meglio...

«Il sindaco Moratti aveva trovato l'Expo, cioè aveva avuto l'idea di una Milano internazionale, che si riallacciava alla tradizione del 1906. Poi la Moratti ha perso ed è venuta a mancare quell'idea di città, che ora va ricostruita. Ora Pisapia non naviga in acque tranquille ma ha la fortuna di avere l'Expo».

L'Expo è un'arma a doppio taglio, la buona riuscita dell'evento determinerà la possibilità per Pisapia di ricandidarsi.

«Infatti io non sono sicuro che il sindaco non decida all'ultimo di ripresentarsi. Intanto il sindaco uscente è sempre agevolato e al momento attuale non credo che avrà molti ostacoli...in politica, aggiungo vale il detto “mai dire mai”».

Vuole dire che ciò vale anche per il ministro Lupi?

«Sì, non credo che Lupi, candidato tra i più gettonati e più indicati, si sia bruciato, aspetterei un po' per vedere».

Salvini candidato sindaco?

«È un capitolo nuovo che si apre nel centrodestra. È sicuramente un leader che sta aggredendo il centrodestra. Ha una politica che radicalizza, impregnata di populismo, affronta temi molto comprensibili. Insomma oggi come oggi c'è Pisapia con le sue incertezze e dall'altro un leader del centrodestra che appare destinato a condizionare il centrodestra».

Non è la prima volta che succede...

«No, infatti, non bisogna dimenticare che c'è sempre stato un conflitto tra Forza Italia e Lega».

In conclusione?

«Il 2015 è un anno molto lungo, ci sarà l'Expo, occasione straordinaria per il sindaco Pisapia, tra l'altro offertagli dal suo predecessore di centrodestra. E c'è un detto: se vinci Milano, vinci l'Italia».

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