«Non importa il partito del candidato Deve vincere e risolvere i problemi»

Onorevole Licia Ronzulli, Matteo Salvini dice che (testuale) «il sindaco di Milano può non essere della Lega».

«E dove sta la novità? Né la Lega, né Forza Italia finora hanno mai avanzato pretese sul nome del candidato. Nessun veto da parte di nessuno».

Suvvia, se ne parla da mesi.

«Se ne parla sui giornali. Nei loro incontri Salvini e il presidente Silvio Berlusconi sono sempre andati perfettamente d'accordo».

Però mai come questa volta prendere il sindaco a Milano ha rilevanza politica. Anche nazionale. Un voto anche sul governo Renzi.

«Sarà candidato a Milano chi avrà le maggiori chance di vincere. Indipendentemente dalla sua casacca».

Paolo Del Debbio, Claudio De Albertis, Giulio Gallera Paolo Romani o alla fine lo stesso Salvini?

«Stiamo lavorando. Di sicuro sarà un uomo, o una donna, con un profilo all'altezza e lo standing giusto per riconsegnare Milano al centrodestra».

Vi ha brucia ancora aver perso.

«Milano è la casa del centrodestra e deve tornare a esserlo».

Qual è il profilo giusto?

«Quello di chi piace ai milanesi e ha le conoscenze e soprattutto gli strumenti per risolvere i problemi causati da anni di malgoverno di Giuliano Pisapia sindaco e della sinistra».

Pisapia amministra così male?

«Sì. E Milano va riportata all'altezza che si merita».

Pisapia dice che i grattacieli, la Darsena riqualificata, l'Expo stanno portando Milano in testa alle classifiche di tutto il mondo.

«Gli ricordo che sono tutti progetti nati da sindaci di centrodestra come Gabriele Albertini e Letizia Moratti».

E ora qual è il programma di Fi?

«Fondamentale è avere un centrodestra unito. Guardiamo a Luigi Brugnaro, il sindaco che abbiamo eletto in una città rossa come Venezia».

Un candidato politico o della società civile? Il tormentone è sempre lo stesso.

«Non c'è nessuna preclusione. L'importante è che sia di alto profilo e piaccia ai milanesi. E soprattutto, lo ripeto, che il centrodestra sia unito».

Con Angelino Alfano e Maurizio Lupi o senza?

«Anche alle ultime elezioni si è trovata».

Ncd non vuole la Lega e la Lega non vuole Ncd.

«Dico anche a Lupi che Ncd non può dettare condizioni. È un partito che non ha voti e perde i pezzi. Anche Nunzia De Girolamo adesso se n'è andata. Noto una certa schizofrenia politica: in Campania sono pronti a partecipare alle primarie del Pd, a Milano dicono “mai con il Pd”».

Così l'alleanza è un po' difficile.

«Nello stesso giorno in cui il capogruppo alla Camera dice “siamo alternativia Renzi”, il suo vice propone alleanza stabile con il Pd».

E quindi?

«Devono decidere con chi stare, cosa fare da grandi. Tengono su il governo Renzi fino al 2018 e dopo magari ci vanno a elezioni insieme? Così si autoescludono dal centrodestra».

Dice che Alfano ha intenzione di passare con al sinistra?

«Così ha detto la De Girolamo lasciando il partito».

Servono le primarie per scegliere i candidati? A Salvini piacciono, a Berlusconi sembra di no.

«Fi non replica un sistema fallimentare che ha portato ad avere i peggioro sindaci. Penso a Marino a Roma, De Magistris a Napoli e lo stesso Pisapia a Milano».

Ma coinvolgono gli elettori.

«Gli italiani non mangiano con le primarie. I problemi quotidiani sono altri. E alla fine non mi pare che sia un processo così trasparente».

Niente primarie?

«Non sono nel Dna di Fi».

Allora sceglieranno i capi di partito chiusi dentro una stanza.

«Si sceglierà in base al merito, come del resto abbiamo fatto insieme alla Lega in Liguria con Giovanni Toti. E mi sembra sia andata bene».

Quali sono i problemi di Milano?

«La mancanza di sicurezza è un problema nazionale, ma Milano ne soffre in particolar modo».

Non sarà mica colpa di Pisapia.

«La colpa di Pisapia è di vivere nel centro storico ed essersi dimenticato delle periferie. Dove c'è degrado, c'è insicurezza».

Altro?

«Le occupazioni abusive, i servizi che mancano, l'abbonamento al tram aumentato ai pensionati».

Ma a Milano si vive così male?

«Non è più una città sicura e non è vicina al cittadino. Non è vicina alla mamma che lavora o all'anziano che fatica ad arrivare a fine mese».

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