Alla domanda: «Maroni si farà interrogare?», per adesso il suo avvocato Domenico Aiello risponde che deve ancora pensarci. Il presidente della Regione Lombardia ha venti giorni di tempo per presentare le sue contromosse al pubblico ministero Eugenio Fusco, che vuole chiedere il suo rinvio a giudizio per concussione. La vicenda è quella delle due donne di fiducia del governatore, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, piazzate in posti di comando a Eupolis e a Expo, e del viaggio che la Carluccio avrebbe dovuto fare nel 2013 a spese di Expo ma insieme a Maroni, destinazione Tokio.
In attesa che si scelga il nodo dell'interrogatorio (durante le indagini Maroni non aveva raccolto l'invito di Fusco a presentarsi in Procura) la difesa ha annunciato che comunque chiederà l'archiviazione delle accuse, sulla base di una serie di «sviste» che il pubblico ministero avrebbe compiuto nella ricostruzione della vicenda. La prima, e più eclatante, è quella venuta fuori l'altro giorno: l'sms che per la Procura dimostrava la pretesa di Maroni di far viaggiare la Paturzo in business class e hotel di lusso si era rivelato ben diverso da quello effettivamente intercettato nel corso delle indagini, e che non parlava affatto di business class e 5 stelle. «Quella dell'sms, sebbene preoccupante e sorprendente, non è l'unica svista dell'accusa», fa sapere Aiello, che parla di almeno altri due «svarioni» contenuti nel capo di imputazione.
Di almeno uno, è possibile indicare il contenuto: si tratta del passaggio in cui la Procura afferma che Maroni si diede da fare per collocare la Paturzo e la Carluccio in Expo e in Eupolis perché le due donne non potevano essere assunte «presso lo staff del presidente, in quanto la loro assunzione sarebbe stata soggetta a controlli della Corte dei Conti sulla Regione». Secondo quanto la difesa del Governatore si prepara a sostenere, anche questo assunto è basato sul nulla: esiste una norma speciale che estromette dal controllo della magistratura contabile i funzionari a chiamata diretta dei presidenti di Regione. Ed è quindi il modo in cui la Procura ha ricostruito l'intera dinamica dei rapporti tra Maroni e le sue due collaboratrici, secondo le difese, a fare acqua.
Come reagirà la Procura? Per adesso negli ambienti investigativi si mostra una certa tranquillità, anche dopo l'infortunio dell'sms taroccato: particolarmente grave perché nel capo d'accusa per concussione proprio quell'sms appariva come la «pistola fumante», la prova destinata a incastrare Maroni. «Quando gli atti saranno pubblici interamente vedrete che c'è dell'altro», dicono fonti vicine agli inquirenti. E le stesse fonti rimarcano il comportamento corretto che la Procura avrebbe tenuto separando, al momento di depositare le intercettazioni, tutto ciò che aveva interesse investigativo dai fatti privati, più o meno piccanti.
Tanto che a sorreggere la tesi di fondo del pm Fusco,
quella di una «relazione affettiva» tra Maroni e la Paturzo, c'è - almeno per quanto è emerso finora - solo uno scambio di messaggi in cui Maroni si rivolge alla donna con «Ciao splendore» e lei lo saluta con «mil besos».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.