Cronaca locale

Nonni esclusi dalle recite? Che crudeltà

Nonni esclusi dalle recite? Che crudeltà

Dovrebbe essere vietato. Dovrebbe essere considerato un trattamento disumano e crudele. Sarà sicuramente proibito da qualche trattato internazionale di cui ancora ignoriamo l'esistenza. Informiamoci bene: non è possibile che scuole e asili per ragioni logistiche impediscano ai nonni di assistere a recite e spettacoli di fine anno.

Eppure accade. Accade che i genitori vengano informati che, per motivi di spazio, si rende necessario controllare le presenze agli eventi di fine anno. Contingentarle, insomma. E chi ne fa le spese? I poveri nonni, ovviamente. Gli stessi nonni che durante gli altri 364 giorni sono imprescindibili, insostituibili, infaticabili, di colpo vengono relegati a presenze superflue nel giorno della grande mondanità scolastica. E non è cosa di poco conto.

Hanno un bel dire, i papà e le mamme, quando ostentano un pizzico di cinismo, soprattutto sono tentati i genitori con figli grandi o con più di un figlio. Fingono che la cosa non li emozioni più di tanto, ma è solo una posa. Per fare gli spiritosi fingono un certo disinteresse o addirittura fastidio per lo spettacolino ospitato in una accaldata palestra o per lo spettacoli di canzoni - natalizie o di giugno. Pose a parte nessuno mancherebbe, e tutti si emozionano nel vedere e nell'ascoltare le poesie, i canti, i costumi e le dolci incertezze di quei piccoli prodigi. Tutti i papà e le mamme infatti fanno a gara per esserci, prendono mezze giornate di permesso e una volta arrivati di corsa sgomitano, sorridendo, per filmare il tutto col telefonino. E le sale sono piene. Troppo piene, più del consentito e quindi - sapete com'è - ragioni di sicurezza e «chi si prende la responsabilità?», se potete venite al massimo in due o in tre. E così vengono sacrificati i nonni. Che ovviamente non ne fanno un problema, figurarsi. Loro non ne fanno mai un problema. Il piccolo ha la febbre? Sta a casa coi nonni. Il grande ha basket? Lo porta il nonno. La bambina ha chitarra, o calcio, o danza? Ci pensano i nonni. Li portano, li prendono, li seguono, pensano ai compiti, danno una mano, a volte anche due. Senza un lamento, senza sbuffare, senza mai dire di no. Mai arrabbiati, mai impegnati. Al massimo un po' stanchi, ma senza poi farlo pesare. Riserve della Repubblica, no di più: titolari, in una Repubblica fondata sui nonni.

Nel momento più importante, dovrebbero sedere in prima fila, e prendersi gli applausi anche loro.

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