Notte brava e coltelli assolto turista americano

Luca Fazzo

Assoluzione e scarcerazione immediata: dopo sette mesi di carcere Gabriel Evanoff, giovane e ben educato cittadino americano, finito in una notte di ottobre in una brutta storia di sangue nel cuore del Parco Sempione, vede riconosciuta la sua innocenza. Fu lui, senza alcun dubbio, a tagliare la gola con una coltellata ad un ragazzo africano poco più giovane, incontrato all'entrata del Just Cavalli di viale Alemagna. Ma il giudice lo assolve in base al terzo comma dell'articolo 530. Legittima difesa: Evanoff era in pericolo, o almeno credeva di esserlo. Il pm aveva chiesto una condanna a dieci anni di carcere.

Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, per capire come le tesi del difensore di Evanoff, Mario Zanchetti, abbiano fatto breccia nelle convinzioni del giudice. Di fatto, nessuno assiste ai momenti chiave della vicenda. Si sa che l'americano, programmatore alla Apple, arriva da solo nella zona della movida a ridosso del Parco, tra l'Old Fashion e il Just Cavalli. Cerca ripetutamente di entrare nei due locali, ma viene respinto dai buttafuori perché è palesemente ubriaco. Per spiegargli il rimbalzo, i buttafuori chiedono l'aiuto di un ragazzo che poi diverrà la vittima della storia: viene dal Gambia, a Milano è ospite di una comunità, e l'argent de poche che gli passa lo Stato lo spende per andare la sera nei locali, dove ormai è ben conosciuto dal personale. E sono quelli della security, visto che il gambiano parla inglese, a chiedergli di fare da interprete con l'americano ubriaco. E poi? Poi non si sa. Forse un gesto male interpretato, preso per un'avance o un aggressione.

Sta di fatto che Evanoff sfodera un coltello a serramanico, che ad ogni buon conto si portava in tasca, e taglia la gola all'africano. Quando arrivano i carabinieri, trovano Gabriel nella terrazza al piano di sopra, sporco di sangue: e il suo fiato è più eloquente di qualunque etilometro. Ma, dice il giudice, forse si era sentito in pericolo.

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