Niente festa democratica nei seggi del centrosinistra allestiti in tutta la provincia. Certo, la parola d'ordine era la solita: «serenità». «Serenità e passione», si augurava il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina. Ma hanno pesato quei 13mila e più milanesi a cui il partito non ha consentito di votare, in base alla regola, incomprensibile ai più, per cui era necessaria una «giustificazione» per potersi iscrivere al secondo turno, nel caso in cui non si fosse votato al primo. Oltre alla regola, poi, c'è stata l'interpretazione particolarmente restrittiva, per cui alla fine sono stati pochissimi a ricevere dal quartier generale del centrosinistra il sospirato «via libera». Il comitato «Milano per Renzi» ha denunciato il caso di due giovani impegnati con il loro matrimonio, che sono stati respinti, così come una famiglia che invece ha giustificato l'assenza con le incombenze, meno liete, legate a un lutto che ha l'ha colpita. Tutti respinti, anche perché forse le «giustificazioni» sono state inviate via mail con quel «modello» cassato in modo implacabile dai «garanti». Tutti questi «respingimenti» hanno macchiato il secondo turno.
«Che tristezza - diceva ieri il consigliere comunale Filippo Barberis - dover mandare via tanti cittadini, molti sono ragazzi, che per mille ragioni non hanno votato al primo turno, che hanno mandato mail, disponibili a firmare appello del centrosinistra e a votare un candidato del Pd. Gli abbiamo detto: No grazie e ancora non me ne capacito».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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