"Una nuova Forza Italia sarà ancora casa di tutti"

Il 31enne deputato bergamasco vicino a Toti «Si deve cambiare per parlare agli italiani»

"Una nuova Forza Italia sarà ancora casa di tutti"

Stefano Benigni, 31 anni, deputato di Forza Italia, fra i promotori di «Italia in crescita» col governatore Giovanni Toti, cosa succederà sabato al Brancaccio?

«Sarà una grande manifestazione, un pezzo di classe dirigente di Forza Italia chiederà a Giovanni di andare avanti nel suo percorso di cambiamento all'interno di Forza Italia. Ma non si parlerà solo di rinnovamento od organizzazione interna. Visto che l'idea sarebbe quella di procedere verso le primarie, si enuncerà la mozione congressuale».

Come e quando nasce questa sua fiducia in Toti?

«Mi riconosco totalmente nella linea di Giovanni, che peraltro sta governando molto bene la Liguria. In un anno siamo passati dal 14 all'8%. Il nostro elettorato spesso non ci ha capiti e ci ha visti appiattiti sul Pd. Troppo spesso la nostra linea è stata incoerente con il passato, in particolare sul tema dell'Europa».

Sta dicendo che Forza Italia è troppo anti-Salvini?

«A volte capita. Ma il problema è che gli attori che hanno guidato la linea sono sempre gli stessi. Qualcuno poteva riconoscere qualche errore e insieme all'allenatore trovare un altro ruolo. Dispiace vedere che c'è qualcuno che parla di rinnovamento ma in fondo non vuole cambiare nulla».

A ciò servono le primarie?

«A questo: regole chiare, coordinatori legittimati dal basso, ogni tre anni. Se lavorano bene vanno avanti, se qualcuno è più fresco o più bravo...».

Lei vede il rischio di fare opposizione come il Pd, ma i 5 stelle sono ciò che di più lontano da voi può esserci.

«Li vedo distanti in egual modo. I 5 Stelle si sgonfieranno: non hanno cambiato nulla e si sono comportati anche loro da Casta. Ma il nostro avversario è la sinistra, il Pd che ha fatto una battaglia personale contro Berlusconi. Noi siamo distanti da entrambi e ben piantati nel centrodestra».

Non volete fare un partito vassallo della Lega?

«La Lega è trainante, Salvini è bravo, ma se Fi si rinnova e cambia può trovare figure in grado far tornare lo scettro della leadership nelle sue mani».

Cosa ne pensa della segreteria nominata da Salini?

«Tutti amici, persone di cui ho stima, ma ho visto gli stessi metodi di sempre, anche con un coordinatore che ha ottenuto uno straordinario successo alle Europee. Avrei preferito che aspettasse l'evoluzione delle cose nazionali».

Voi siete dentro Fi?

«Forza Italia è la nostra casa, la nostra storia, vorremmo che possa continuare a esserlo, e non solo nostra. Vogliamo aprire un partito troppo spesso chiuso. Cambiare tutto e ripartire. Vorremmo farlo partendo da Fi. Spero ci sia la possibilità di farlo, che non ci siano tentativi di fermare il cambiamento. Se non sarà possibile ognuno si prenderà le sue responsabilità e ognuno farà le sue scelte».

Quale rischi vede?

«Il rischio di un partito elitario che parla solo a una fascia di

popolazione e solo di temi economici. A noi stanno a cuore, il nostro evento è dedicato alla crescita, ma credo che dobbiamo continuare a essere un grande partito popolare che tiene insieme tutto e che parla a tutti gli italiani».

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