Cronaca locale

Nuove regole nelle mense. In allarme 1.300 addette

Fi: "Comune tuteli i lavoratori delle cooperative". Per gli asili riapertura anticipata al 7 settembre

Nuove regole nelle mense. In allarme 1.300 addette

La rivoluzione in vista nelle mense scolastiche, con le linee anti Covid del ministero dell'Istruzione che prevedono ad esempio che i pasti siano serviti principalmente in confezioni monodose o lunch box, sta mettendo in agitazione le 1.300 scodellatrici non assunte dal Comune ma da quattro cooperative. «Saranno richiamate in servizio nelle mense milanesi - domanda il responsabile appalti dell'Usb, Gianfranco Besenzioni -? È tutto molto incerto. Per le mille addette alle pulizie e bidelle fornite dalle coop non dovrebbero esserci problemi a settembre ma siamo preoccupati per le scodellatrici, che già non hanno ricevuto tutele dall'amministrazione durante il lockdown». Da marzo sono rimaste a casa senza stipendio e molte hanno aspettato per mesi l'assegno del Fondo di integrazione salariale, solo due cooperative lo hanno anticipato. I consiglieri avevano chiesto al Comune di farsi carico del problema. «Le scodellatrici non hanno ricevuto né Cig anticipata né buoni alimentari - protesta il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale -. La sinistra ha abbandonato centinaia di lavoratrici precarie che le cooperative hanno lasciato senza stipendio da febbraio e che torneranno a percepirlo, se tutto va bene, a fine ottobre. Il Comune non ha voluto inserirle nemmeno nei sussidi o nei buoni alimentari. Ora chiediamo di non abbandonarle e di coinvolgerle, come i lavoratori di Milano Ristorazione, in servizi Covid per il Comune».

E ieri botta a risposta tra Regione e ministro dell'Istruzione sul tema della riapertura anticipata delle scuole d'infanzia. La buona notizia è che potranno riaccogliere i bimbi dal 7 settembre invece del 14. La Regione aveva già indicato con una delibera questa data ma una settimana fa si è adeguata all'ordinanza nazionale del ministro Lucia Azzolina che ha fissato la riapertura il 14. «Non c'è nessun impedimento, è del tutto possibile anticipare (o posticipare) l'avvio delle scuole dell'infanzia rispetto al 14. Le Regioni possono farlo, è fra le loro competenze - ha precisato ieri il ministero -. É una data scelta per cercare di uniformare la ripartenza, ma resta ferma la possibilità per le Regioni di operare scelte autonome, alcune, seppur in numero residuale, si sono discostate». L'assessore regionale all'Istruzione Melania Rizzoli accoglie «con favore il nuovo orientamento espresso direttamente da Azzolina, che conferma la nostra competenza a fissare l'inizio dell'anno scolastico per le materne. Una competenza che il governo aveva avocato a sé negli ultimi provvedimenti in materia di Covid e che ci impediva di attuare quanto deciso da tempo in giunta».

La precisazione di Regione sulle competenze del segmento 3-6 anni illustrata sabato (in risposta a una lettera di Comune di Milano e altri che premevano per l'anticipo) «ha avuto il merito di sollecitare la nuova interpretazione sulla possibilità di derogare l'ordinanza ministeriale - sottolinea Rizzoli -: la giunta aveva già deciso per il 7, accogliendo le richieste di alcuni Comuni, gestori delle scuole private e soprattutto dalle famiglie».

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