Nuovo stadio a San Siro Chiamata agli architetti

Milan e Inter hanno deciso, addio al Meazza Sala: per loro giocare coi cantieri è un rischio

Nuovo stadio a San Siro Chiamata agli architetti

«Basta chiacchiere, vogliamo vedere i progetti». Era il 24 luglio, giorno del match contro Stoccolma per le Olimpiadi invernali 2026 quando il sindaco e l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, irritati per l’annuncio della demolizione del Meazza a poche ore dal voto a Losanna, lanciavano un messaggio chiaro ai vertici di Milan e Inter. Detto fatto. Ieri il presidente Paolo Scaroni e l'ad Ivan Gazidis lato Milan e l'ad dell'Inter Antonelli hanno incontrato a Palazzo Marino Beppe Sala e il dg Christian Malangone per annunciare che la settimana prossima consegneranno il progetto di fattibilità del nuovo stadio. Addio Meazza. Un faccia a faccia definito dai club «molto cordiale». Il masterplan è stato preparato da una task force congiunta di esperti delle due società, un lavoro iniziato lo scorso novembre che si concluderà a giorni. In questa fase non sveleranno il design ma solo i numeri delle volumetrie e gli spazi commerciali del cosiddetto «quarto anello» (già sdoganato dal consiglio comunale con il primo via libera al Pgt). Il sindaco anzi ha svelato che le squadre lanceranno un «concorso pubblico a inviti chiamando architetti che hanno già esperienza sugli stadi, non dobbiamo attenderci in questa fase un rendering». Anche Sala ha definito l'incontro «di cortesia», i club lo hanno «informato che settimana prossima consegneranno un file corposo visto che non proporranno solo il nuovo stadio» sull'area del parcheggio accanto al Meazza «con una spesa intorno ai 700 milioni, ma investiranno quasi il doppio della cifra sulle aree intorno». Gli hanno spiegato che non intendono ristrutturare il Meazza «per non correre il rischio di giocare per un periodo lungo in uno stadio con lavori in corsoi, temono limitazioni o interruzioni dell'attività sportiva». Una volta consegnato il progetto «prima di esprimere ogni giudizio - precisa Sala - chiederò agli uffici di esaminare se è coerente con le nostre regole, se i paletti volumetrici sono rispettati. Mi impegno a non tirarla troppo in lungo, ma ho ribadito anche la mia volontà di mantenere San Siro vivo fino alle Olimpiadi». Da dossier di candidatura ospiterà la cerimonia di apertura, ma è indubbio che potrebbero arrivare correzioni in corsa qualora il nuovo impianto fosse finito prima del tempo. Difficile secondo Sala che il percorso dello stadio bis possa rientrare nell'alveo del Pgt al voto definitivo a ottobre («rischiamo di trasformare i lavori sul Piano in un dibattito lunghissimo») anche se c'è tempo fino al 15 luglio per presentare le osservazioni, e potrebbero arrivarne pure in senso contrario.

Lo stadio sarà in parte costruito sotto il livello stradale per ridurre l'impatto visivo, con ingressi separati per le squadre, skybox e spazi per l'intrattenimento «sponsorizzate». Scaroni e Antonelli hanno già anticipato che una piccola parte del Meazza potrebbe sopravvivere, un contentino per i tifosi e i comitati anti demolizione, ma anche per la giunta che non vuole presentarsi alle prossime elezioni con l'accusa di aver «svenduto» la Scala del calcio.

Una volta consegnato il masterplan, la Conferenza dei servizi stabilirà entro 90 giorni se il progetto è di interesse pubblico. Milan e Inter vorrebbero posare la prima pietra nel 2021 e inaugurarlo nel 2024 o al più tardi nel 2025.

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