A poche ore dal voto sul nuovo stadio di San Siro (il match inizia alle 16.30 in consiglio comunale), la formazione che porterà a casa il risultato desiderato da Milan e Inter è ancora fluida. La maggioranza vorrebbe essere autosufficiente, il Pd sta limando fino all'ultimo un ordine del giorno che giorno che possa convincere almeno qualche malpancista (vedi Milly Moratti e Rosario Pantaleo) almeno ad astenersi, se non addirittura a votare a favore. Vengono dati (quasi) per persi i dem Alessandro Giungi e Carlo Monguzzi, sulle barricate. E se tutto lascia presupporre che il gruppo Milano Progressista e la Lista Sala alla fine voteranno compatti, come ha chiesto il sindaco Beppe Sala due giorni fa («tutta la maggioranza magari no, però il mio auspicio è che ci sia compattezza), quando ha anticipato che sarà presente e si esprimerà a favore, alla fine un aiutino per dare comunque il via libera al piano dei club potrebbe arrivare con voto bipartisan da Forza Italia, Stefano Parisi e Matteo Forte (Milano Popolare). Restano sul fronte del no la Lega e i 5 Stelle.
Il Politecnico ha inviato nei giorni scorsi ai consiglieri il dossier dettagliato delle ragioni tecniche per cui il Meazza non è adeguato agli standard europei (un «massacro» che passa per 10 punti, dall'accessibilità al comfort ai sistemi di sicurezza) e per cui, come aveva già anticipato il rettore Ferruccio Resta «la ristrutturazione sarebbe complicata». Ma il Poli ha sollecitato la conservazione e rifunzionalizzazione di almeno una parte dello stadio storico, la Sovrintendenza ha avvertito che il Ministero dovrà esprimersi sulla tutela, e dato che anche i club ormai stanno studiando l'ipotesi di non demolire completamente il Meazza, le difese si sono abbassate e gli ordini del giorno depositati da maggioranza e opposizione si concentreranno soprattutto sul punto. Il Pd, come anticipa il capogruppo Filippo Barberis, porrà tra i paletti la rifunzionalizzazione del Meazza e darà indirizzo alla giunta (che voterà sull'interesse pubblico del progetto dopo l'indicazione dell'aula) di trattare con i club per un contenimento sensibile delle volumetrie, «ma senza fissare indici». Forza Italia, preso atto - come cita l'odg - dei pareri della Conferenza dei servizi del Comune e dello studio del Politecnico che «illustrano le difficoltà di ristrutturare il Meazza e l'impossibilità di usare lo stadio per 3 anni durante u lavori» invita la giunta a esprimere la manifestazione di pubblico interesse «a condizione che» vengano tutelate le parti più iconiche del vecchio stadio, puntando a realizzare un museo di arte contemporanea, venga rivista l'ipotesi di demolire il tunnel di via Patroclo, sia destinata una quota rilevante degli oneri sul quartiere popolare di san Siro e il 50% alla manutenzione straordinaria di impianti sportivi, ma impegna anche «a ridurre di almeno il 50% le superfici commerciali previste attualmente nel piano». La Lega ha depositato la mozione che chiede di candidare il Meazza all'Unesco, ed esclude (almeno alla vigilia) appoggi bipartisan che diano il la al nuovo stadio.
E granitico dovrebbe rimanere anche il no dei 5 Stelle, che hanno depositato due ordini del giorno: uno che impegna la giunta ad attivare comunque un «dibattito pubblico come previsto dalle disposizioni di legge per le grandi opere infrastrutturali di rilevanza sociale aventi impatto sull'ambiente o, in seconda istanza, un referendum» e l'altro, spiega Simone Sollazzo, per «che impegna a studiare tutte le soluzioni alternative alla demolizione del Meazza, senza compromettere il processo di riqualificazione del quartiere».
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