È un profilo da stupratore seriale quello che emerge dai tratti caratteristici del romeno di 39 anni arrestato dai carabinieri della compagnia di Corsico e della tenenza di Rozzano, militari guidati rispettivamente dal capitano Pasquale Puca (con i suoi uomini al secondo arresto per stupro in pochi giorni) e dal luogotenente Massimiliano Filiberti. L'uomo, finito in carcere verso le 2 della notte tra martedì e mercoledì, si nascondeva dalla fine di agosto in un appartamento di Pero, a casa della sorella, evitando di uscire. Ne aveva ben donde visto che proprio in quel periodo, il 26 agosto, ha violentato e picchiato, fino a romperle il setto nasale, una ragazza italiana di 24 anni - di origine moldava ma nata e residente con la madre in provincia di Salerno - dopo averla attirata con il miraggio di un lavoro da badante in uno squallido bilocale di Rozzano, un'abitazione sporca e maleodorante in via Gerani 10, dove l'uomo è residente solo per l'anagrafe.
L'altra sera, alla vista dei militari, il 39enne si è rinchiuso in un mutismo ostinato, affidandosi più tardi all'assistenza legale di un avvocato fornitogli d'ufficio. Tuttavia il suo arresto è stato subito convalidato dal pm di turno perché a inchiodarlo ci sono prove difficilmente confutabili.
Secondo gli investigatori dell'Arma ci sono molte probabilità che il romeno non sia nuovo a «esperienze» come quella dello stupro di fine agosto e proprio in questa prospettiva stanno svolgendo degli approfondimenti. Nullafacente, precedenti per furto e falsificazione in Romania per i quali è destinatario di due mandati di arresto europei, l'uomo arriva in Italia sette anni fa e affina l'arte del non far nulla divertendosi anche grazie alle sue notevoli capacità di affabulatore confermate dai carabinieri che lo descrivono come «un attore consumato» e anche come «un fantasma» visto che, all'inizio dell'inchiesta, non compare in nessuna delle banche dati delle forze dell'ordine eccetto un documento della madre, risalente a 7 anni fa, in cui la donna dichiarava di ospitarlo per un breve periodo. Da questo dettaglio sono partite le indagini che, attraverso le intercettazioni telefoniche, hanno permesso di localizzarlo l'altra notte a Pero.
A confermare la possibilità che possa trattarsi di un seriale c'è il suo modus operandi. Il romeno infatti conosce la ragazza moldava, poi diventata sua vittima, in un gruppo di Facebook di annunci per lavori come badanti dove lui, con un falso profilo, si spaccia per mediatore. Il 26 agosto, dopo essersi fatto dare 150 euro come compenso della mediazione, lo stupratore, poco dopo mezzogiorno di quel 26 agosto, porta la ragazza nell'appartamento rozzanese e lì, notando che la giovane s'intimidisce, cerca di rassicurarla, quindi la porta in un bar sotto casa e parla al telefono con la madre, in Campania, per tranquillizzare anche lei dicendole che si tratta di «un colloquio di lavoro». I due risalgono insieme nell'appartamento ed è a quel punto che inizia la violenza vera e propria. La giovane viene colpita con diversi pugni al volto che, tra l'altro, le fratturano il setto nasale, poi è costretta a un rapporto completo.
Come se non bastasse, infine, dopo l'orrore, l'uomo le sussurra «l'ho fatto perché mi piace quello che faccio», quindi le ordina di prendere un taxi. «Torna da dove sei venuta» urla, completamente ubriaco. In stato di shock la 24enne se ne va quindi si siede su una panchina dove viene notata, in lacrime e sanguinante, da una passante che chiama il 112.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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