Ma quanti «Oh Bej! Oh Bej!». Le cifre sono invitanti. Cinquantotto rigattieri, ventidue fioristi, trenta artigiani, sessanta mestieranti, ventidue venditori di stampe e libri, otto artisti del ferro battuto, rame e ottone, diciotto giocattolai, ventitre rivenditori di dolciumi, più di dieci bancarelle di caldarroste e dieci di «firunatt», le tipiche castagne infilate e affumicate, quattro produttori di miele, marmellate e cosmetici ottenuti dalle api. Oltre ai manufatti del commercio equo e solidaleche sta riscontrando sempre più gradimento. Al tutto s'aggiungeranno gli inevitabili infiltrati, che abusivamente rientrano a far parte della tradizione.
Si presenta così lo storico mercatino, nella rete della città fin dal Medio Evo, che si svolge dal 6 al 9 dicembre dalle 8.30 alle 21 e che introduce i milanesi nel clima delle festività natalizie intorno al perimetro del Castello Sforzesco nel tratto compreso tra viale Gadio e piazza Castello. «Abbiamo voluto realizzare una fiera degna del suo nome. Un fiore all'occhiello per la nostra città, grazie al ritorno di antichi lavori artigianali che nelle ultime edizioni si erano allontanati - commenta Franco D'Alfonso, assessore al Commercio -. Potenziando le offerte, vogliamo garantire ai cittadini e agli stessi commercianti una settimana d'acquisti che sia il più possibile lontana da ogni forma di abusivismo e di commercio illecito».
In nome della serenità e del divertimento il Comune stanzia un gruppo di sorveglianza di 433 vigili e 21 ufficiali nei 25 mila metri quadrati occupati da 399 espositori, che sono stati selezionati tra le 885 domande pervenute all'amministrazione. «La polizia opererà soprattutto per combattere la piaga dell'abusivismo che alimenta il lavoro nero e lo sfruttamento. Questo in continuità con il lavoro che stiamo facendo in luoghi come San Donato, Bonola, Fiera di Sinigallia, corso Buenos Aires e in Galleria Vittorio Emanuele» specifica Marco Granelli, assessore alla Sicurezza.
Una fiera sempre più richiesta dai commercianti, che trovano nel mercatino una vetrina prestigiosa e tenera come la festa di Sant'Ambrogio, il 7 dicembre, richiede. E come pretende il nome stesso del mercato, un'espressione che ci riporta al 1510 quando un gruppo di bimbetti osservando i doni portati da Giannetto Castiglioni, inviato del papa Pio IV, esclamarono: «Oh bej! Oh bej!», oh, che belli, che belli!
Per ritrovare le radici di questo folclore bisogna risalire ancora più indietro nella storia, al 1288. I primi balocchi e dolci in vendita durante il Rinascimento erano poche cose povere: bambole in pezza, qualche vestito cucito a mano dalle donne, castagne infilate in lunghi fili avvolti, il castagnaccio, la mostarda, la frutta essiccata. Ora invece le bancarelle offrono curiosità moderne e d'antiquariato degne dello shopping natalizio.
Altre settanta postazioni di vendita si troveranno presso il cavalcavia Bussa, che collega la stazione Garibaldi con il quartiere Isola, e che compongono la fiera «Alter Bej!» realizzata dagli operatori dell'associazione «Altrimenti». Anche qui ha sempre la meglio la creatività artigianale e artistica del più vecchio ma intramontabile strumento di fantasia dell'uomo: le mani.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.