Ok alla caccia ai cinghiali con l'arco e le frecce

Ok alla caccia ai cinghiali con l'arco e le frecce

Se la Lombardia si trasformasse nella foresta di Sherwood non dovrete farci caso. Robin Hood non sarà impegnato a rubare ai ricchi per donare ai poveri, ma si tratta di tutt'altro. Uomo contro natura. E siccome il rispetto dell'ambiente supera quello verso gli animali ecco che la Regione non si vergogna di trasformare i bracconieri in novelli Robin Hood. Con arco e frecce, quindi. E con queste armi medioevali ma decisamente ecosostenibili, nei progrediti anni Venti del terzo millennio si dà la caccia al cinghiale che, per sua somma sfortuna, è diventato la calamità numero uno, scalzando i pedoni e motociclisti conversatori non stop al cellulare, i ciclisti perennemente contromano in città oltre a migliaia di insidie di ogni altro genere. Così, nel mirino finiscono i suini che a detta del Pirellone invaderebbero strade e autostrade senza che però ci siano stati avvistamenti sulla corsia di sorpasso. Dopo l'imbrunire i futuri cacciatori coperti di faretra e forse pelli di animali cacciati - evviva il progresso - si aggireranno per boschi e campagne obbedendo alle due mozioni di Lega e Fratelli d'Italia, approvate a maggioranza e cercando così di abbattere i cinghiali con armi ecosostenibili.

La chiamano «attività di contenimento» per arginare il proliferare dei pachidermi, accusati di abbattere recinzioni e arrecare danni all'agricoltura per decine di milioni. Prevenzione, a detta dell'assessore all'agricoltura Fabio Rolfi, significa arginare la peste suina: «Se si registrassero casi da noi, avrebbero effetti devastanti sul settore agroalimentare».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica