Soddisfatto il centro islamico, soddisfatto il Pd, arrabbiati il sindaco e il centrodestra. La sentenza del Tar che dà torto al Comune e riattiva il progetto della moschea di Sesto, provoca reazioni a pioggia, a partire da quella del leader leghista Matteo Salvini: «I giudici vogliono la moschea? - scrive - No comment. Una bella riforma della Giustizia sarà un dovere». Al contrario il Pd, col senatore Franco Mirabelli, addebita alla giunta l'idea «di considerare possibile la cancellazione a maggioranza di un diritto costituzionale, come quello alla preghiera». Ma il sindaco Roberto Di Stefano, se possibile, il giorno dopo è ancora più duro: «I sestesi - dice - possono rimanere tranquilli: con me sindaco la grande moschea non si farà mai. E' paradossale che per una scellerata scelta della sinistra, più vicina agli interessi della comunità islamica piuttosto che alle esigenze dei sestesi, qualcuno voglia costringerci a farla in città». Di Stefano si prepara al ricorso, e vuole un referendum. E la Lega appoggia la scelta di impugnare: «Siamo dalla parte della giunta di centrodestra guidata dal sindaco Di Stefano - dice Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda - Dopo la sentenza politica del Tar va percorsa fino in fondo la strada del ricorso al Consiglio di Stato, ma al contempo è giusto sentire il parere a riguardo dei cittadini sestesi con un referendum consultivo». Perplesso per la sentenza Gianluca Comazzi, capogruppo comunale a Milano e neo consigliere regionale: «Forza Italia - annuncia - non retrocederà di un millimetro. La maggioranza dei sestesi ha detto no alla moschea, e in democrazia il volere della gente va rispettato». D'accordo Silvia Sardone, consigliera regionale neo eletta e coordinatrice di Fi a Sesto: «Il Tar - dice - vuole imporre la più grande moschea del Nord Italia a Sesto San Giovanni. È assurdo che ci vogliano costringere a portare avanti un progetto senza senso del Pd. Fortunatamente a Sesto c'è un sindaco che ha ben chiare le priorità dei cittadini». Indignata Viviana Beccalossi, artefice da assessore regionale della legge «anti-moschee». Beccalossi entra nel merito della sentenza.
«Avanti con l'ormai sempre più consolidato razzismo al contrario - dice - La questione è molto semplice: se io acquisto un terreno per costruire una casa e non pago quanto previsto dal contratto, il Tar mi dà ragione facendo prevalere il diritto di possedere un tetto sotto il quale dormire? Dubito. E invece al Centro islamico che non paga 320mila euro dovuti per saldare il conto con il Comune dell'area in cui dovrebbe nascere la più grande moschea del Nord Italia, questo viene incredibilmente permesso».
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